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Domani riunione del Cdm

Verso la stretta delle feste. Il ministro Boccia: «Natale ognuno a casa sua» e un elogio per le scelte di Zaia

«Restrizioni dal weekend? Fosse per me le farei da stasera...»
Ipotesi zona rossa, oggi ci sarà un nuovo vertice a palazzo Chigi (Foto Ansa)
Ipotesi zona rossa, oggi ci sarà un nuovo vertice a palazzo Chigi (Foto Ansa)
Ipotesi zona rossa, oggi ci sarà un nuovo vertice a palazzo Chigi (Foto Ansa)
Ipotesi zona rossa, oggi ci sarà un nuovo vertice a palazzo Chigi (Foto Ansa)

IN AGGIORNAMENTO ORE 16.15.  Verso la stretta di Natale, si attendono le decisioni del governo ma per l'Italia sarà un Natale rosso. Una riunione del Consiglio dei ministri è prevista domani, venerdì 18 dicembre, alle 18. Sul tavolo potrebbe esserci anche la discussione delle nuove misure restrittive anche se «una serie di provvedimenti saranno approvati oggi pomeriggio in Conferenza Unificata e Conferenza Stato-Regioni». E tra venerdì e sabato sicuramente ci sarà il Consiglio dei ministri per varare le nuove misure.

«È evidente che stiamo andando verso restrizioni nel periodo delle festività, se qualcuno ipotizza feste, cenoni, assembramenti sbaglia di grosso». Così il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia a Sky Tg24. «Solo dalla vigilia di Natale all’Epifania, 3 o 6 gennaio si vedrà: più restrizioni ci sono meglio è» ha aggiunto. «Dobbiamo fare delle scelte per tutelare i più fragili e gli anziani, a costo di sfiorare l’impopolarità. Dovremo passare il Natale ognuno a casa propria. Restrizioni anche nel prossimo weekend? Fosse per me le farei da stasera...».

 

«Ho apprezzato la scelta di Zaia - ha aggiunto Boccia, commentando la decisione del presidente del Veneto di vietare gli spostamenti fra Comuni a partire dalle 14. Misura in vigore dal 19 dicembre al 6 gennaio. «La scelta comune delle Regioni vuole più restrizioni nel momento in cui il Paese si ferma per le festività. Si tratta di decidere nelle prossime ore con il governo compatto e mi auguro anche con il sostegno delle opposizioni quali debbano essere le restrizioni dal 24 dicembre fino all'Epifania».

 

 

ORE 8.30. Tutta l'Italia in zona rossa nei giorni festivi e prefestivi, dal 24 dicembre al 3 gennaio.  È l'ipotesi di mediazione prevalente nel governo. Ma la decisione non è ancora stata presa: si attende un nuovo incontro questa sera alle 18. L'ipotesi è disporre regole da zona rossa il 24, 25, 26, 27, 31 dicembre e l'1, 2, 3 gennaio. Però e non è escluso che la zona rossa valga anche il 6 gennaio o si introducano per l'intero periodo regole da "zona arancione". 

 

La riunione fiume che si è svolta ieri, dunque, non è stata risolutiva. Il governo, a quanto si apprende da fonti dell’esecutivo, sta valutando la possibilità di una deroga al divieto di spostamenti tra Comuni - ed eventualmente anche all’interno di uno stesso Comune in caso di ripristino della zona rossa - per i congiunti più stretti in occasione cenone della vigilia di Natale e del pranzo del 25. La deroga, in ogni caso, riguarderebbe un numero strettissimo di congiunti: due, secondo le stesse fonti. È una deroga che andrebbe incontro anche alle richieste avanzate dagli amministratori della Lega in queste ore.

Il tempo tuttavia stringe tanto che fonti di governo spiegano come, a questo punto, sia davvero difficile che le nuove norme possano essere definite prima di 24 ore.

 

IL GOVERNATORE DEL VENETO. Il presidente del Veneto Luca Zaia ha chiesto una zona rossa fino alla Befana, posizione condivisa dai ministri Boccia e Speranza e dai rappresentanti di Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise.  Ma c'è un braccio di ferro con chi vuole una linea morbida. 

 

LE IPOTESI SULLA STRETTA. La prima è quella sostenuta dai "rigoristi", vale a dire una zona rossa per tutta l’Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio, anche se nel compromesso più probabile prevede la seconda previsione: un’Italia in rosso dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio, otto giorni in totale in cui varrebbero tutte le regole già in vigore nelle regioni rosse: vietato ogni spostamento, non solo in entrata e in uscita dalla propria regione ma anche all’interno del comune di residenza, salvo comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. E sarebbero chiusi tutti i negozi (ad eccezione di alimentari e farmacie) nonché ristoranti, bar, pub, gelaterie e pasticcerie. Di fatto, si potrebbe uscire da casa solo per fare attività motoria, ma «in prossimità della propria abitazione» o attività sportiva «in forma individuale».

 

 

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