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Italia

"Esplode" il caso
Lombardia: 3.420 positivi
e 154 i decessi

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Persone con le mascherine davanti al Duomo (Foto Ansa)
Persone con le mascherine davanti al Duomo (Foto Ansa)
Persone con le mascherine davanti al Duomo (Foto Ansa)
Persone con le mascherine davanti al Duomo (Foto Ansa)

Esplode il caso della Lombardia, arrivata ormai al limite delle proprie capacità di assistenza, con oltre  3.420 casi positivi, 359 dei quali in terapia intensiva. E dalla regione più colpita saranno trasferiti pazienti con altre patologie nelle regioni vicine, Piemonte e Liguria, preannuncia il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Questo per svuotare le terapie intensive e lasciare posti disponibili.

 

«Il 28 febbraio le persone in terapia intensiva per Coronavirus erano 50, oggi sono 359». Sono i numeri cin cui l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, testimoniano come il contagio «sia cresciuto in maniera esponenziale». «Ed è ciò - ha detto - che ci preoccupa di più».

 

«Il dato totale dei casi positivi in Lombardia è di 3.420, con forte crescita rispetto a ieri dovuta al fatto che vi erano oltre 300 tamponi che ieri non erano stati caricati e che sono arrivati dal laboratorio di
Brescia, arrivati dopo l’aggiornamento» prosegue Gallera in una diretta Facebook.

«Crescono e continuano a crescere le persone dimesse, i guariti sono 524, +75, un dato che sottolineiamo». Gallera è tornato quindi sull’«incremento di più di 800 casi positivi» in un
giorno, spiegando che «il trend continua a crescere e cresce il numero di ricoverati in terapia intensiva».

 

Dal coordinamento delle terapie intensive della Lombardia è arrivato «un vero e proprio grido
d’allarme dalla loro trincea» lo ha detto l’assessore, spiegando che seppure la regione è riuscita a fare «cose che non pensavamo possibili in così poco tempo, la linea in cui si arriverà alla incapacità del sistema di dare risposte si avvicina».

Al momento sono stati creati 481 posti di terapia intensiva ma «chi è in trincea dice - ha aggiunto - che c’è il rischio di arrivare al punto di non riuscire a dare le giuste risposte».

 

«È necessaria una rarefazione della nostra vita sociale ma quel messaggio non è passato. Quindi chiediamo delle misure per far capire a tutta la popolazione che c’è la necessità assoluta di rallentare la nostra vita per rallentare la diffusione del virus» è quanto ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia.

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