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Italia

Elezioni, c'è l'accordo tra Letta e Calenda: ecco cosa prevede. «Porte aperte anche a Renzi»

Da sinistra: Simona Malpezzi, Benedetto Della Vedova, Enrico Letta, Carlo Calenda e Debora Serracchiani (Foto ANSA/CLAUDIO PERI)
Da sinistra: Simona Malpezzi, Benedetto Della Vedova, Enrico Letta, Carlo Calenda e Debora Serracchiani (Foto ANSA/CLAUDIO PERI)
Da sinistra: Simona Malpezzi, Benedetto Della Vedova, Enrico Letta, Carlo Calenda e Debora Serracchiani (Foto ANSA/CLAUDIO PERI)
Da sinistra: Simona Malpezzi, Benedetto Della Vedova, Enrico Letta, Carlo Calenda e Debora Serracchiani (Foto ANSA/CLAUDIO PERI)

Intesa tra Pd e Azione/+Europa in vista delle elezioni del 25 settembre.
La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell'alleanza elettorale.
Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa. Le parti si impegnano a chiedere che il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi. Lo si legge nel testo dell'accordo sottoscritto oggi.

Un'intesa «che riteniamo molto importante, un patto elettorale, all'interno di un accordo più largo con altre componenti a nostro avviso fondamentali per essere vincenti nei confronti della destra» ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, in conferenza stampa alla Camera. «Non è immaginabile - ha attaccato il leader Dem - che il Paese dopo Draghi passi al governo delle destre o guidato da Giorgia Meloni. Dopo Draghi l'Italia ha bisogno di una esperienza di governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo».  

Renzi? «Le porte sono aperte a tutti e io ci ho pensato molto. È del tutto evidente che la rottura in questa fase paga quasi sempre dal punto di vista dei numeri, ma non si fa politica per i numeri. Non credo che nessuno abbia mai messo veti dal punto di vista coalizione», ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda. E sempre su Renzi, «non abbiamo mai chiuso le porte, non ci sono veti, le porte sono aperte. Per quanto mi riguarda il dialogo è aperto», ha affermato il segretario del Pd a Metropolis, sui canali Gedi.

 

LE REAZIONI. «Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda. In bocca al lupo alla nuova ammucchiata». È il commento a caldo su twitter del leader M5s, Giuseppe Conte
«L'alleanza Pd-Azione fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall'europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo» dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
«Azione getta la maschera. È la quinta colonna del Partito democratico e della sinistra. Altro che progetto per creare un nuovo centro, altro che governo Draghi, semplicemente al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più», scrive invece su Twitter Antonio Tajani, Coordinatore nazionale di Forza Italia.

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