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Il Vaticano frena

Ddl Zan, il cardinale Parolin: «La Santa Sede non chiede di bloccare la legge»

Il cardinale Pietro Parolin e Mario Draghi
Il cardinale Pietro Parolin e Mario Draghi
Il cardinale Pietro Parolin e Mario Draghi
Il cardinale Pietro Parolin e Mario Draghi

La Santa Sede non vuole bloccare la legge Zan ma esprime una preoccupazione su possibili interpretazioni. Il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, spiega la genesi dell'iniziativa e subito spiega: «Lo Stato italiano è laico, non confessionale. Concordo pienamente con il presidente del Consiglio Draghi sulla laicità dello Stato e sulla sovranità del Parlamento italiano». Intanto, il presidente della commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari, ha convocato per mercoledì prossimo un tavolo di confronto della maggioranza sul ddl Zan contro la omotransfobia. un passo verso la trattativa dopo la tensione con il Vaticano.

«Avevo approvato la Nota Verbale trasmessa all'ambasciatore italiano e certamente avevo pensato che potevano esserci reazioni. Si trattava, però, di un documento interno, scambiato tra amministrazioni governative per via diplomatica - spiega il Segretario di Stato vaticano nato nel Vicentino -. Un testo scritto e pensato per comunicare alcune preoccupazioni e non certo per essere pubblicato». Il Segretario di Stato vaticano rileva poi che «l'intervento è stato preventivo proprio per fare presenti i problemi prima che sia troppo tardi. Alla Santa Sede si sarebbe potuto imputare un colpevole silenzio, soprattutto quando la materia riguarda aspetti che sono oggetto di un accordo».

Le preoccupazioni della Santa Sede sul ddl Zan sono legate al fatto che «il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago. In assenza di una specificazione adeguata corre il rischio di mettere insieme le condotte più diverse e rendere pertanto punibile ogni possibile distinzione tra uomo e donna, con delle conseguenze che possono rivelarsi paradossali e che a nostro avviso vanno evitate, finché si è in tempo». 

 

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