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La parlamentare vicentina

Attacco al Colle
Bufera su Cunial
Rischia vilipendio

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La parlamentare vicentina Sara Cunial
La parlamentare vicentina Sara Cunial
La parlamentare vicentina Sara Cunial
La parlamentare vicentina Sara Cunial

La parlamentare vicentina del gruppo Misto Sara Cunial, eletta con M5s e da questo espulsa, finisce nuovamente nell'occhio del ciclone. A far scoppiare la polemica, questa volta, è stato il suo intervento  nella dichiarazione di voto sul dl Covid in Aula alla Camera, nel quale ha ribadito la propria tesi complottista circa la natura del coronavirus. In questo contesto si è scagliata contro il premier Conte e il presidente della Repubblica, suscitando le proteste di Fi, Pd, Iv e M5s. Grida di protesta si sono alzate dai banchi di vari gruppi, con Camillo D’Alessandro (Iv) che si è avvicinato al banco della Presidenza per segnalare l’insulto chiedendo un richiamo al vicepresidente Fabio Rampelli. «Stiamo cercando di capire - ha detto Rampelli - se l’epiteto virus era rivolto a Presidente del Consiglio o indirizzato al capo dello Stato, nel qual caso farebbe bene a scusarsi, altrimenti rientrerebbe nel vilipendio, con tutte le conseguenze».

 

«Mentre voi stracciate il Codice di Norimberga con TSO, multe, deportazioni, riconoscimento facciale e intimidazioni, avallati dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro Pluripresidente della Repubblica che è la vera epidemia culturale di questo Paese, noi fuori con i cittadini moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti», sono state le parole pronunciate in Aula da Sara Cunial, 40enne di Bassano del Grappa. Parole che hanno provocato proteste di diversi colleghi, e c’è chi chiede che si proceda per vilipendio alla Presidenza della Repubblica. La parlamentare vicentina ha poi precisato su Facebook che le sue parole erano riferite all'ex presidente Giorgio Napolitano e non a Mattarella.

 

 

Dopo l’intervento di Cunial si è proceduto al voto finale sul dl Covid, al termine del quale ha preso la parola Simone Baldelli (Fi) che ha stigmatizzato l’insulto dell’ex M5S, ricordando che se fosse stato rivolto a Mattarella si tratterebbe di vilipendio al Capo dello Stato: «in quest’Aula nessuno si può permettere di insultare il Presidente della Repubblica». Anche Enrico Borghi del Pd ha chiesto di «acquisire gli atti: chiediamo che il presidente assuma le iniziative di censura che il nostro Regolamento prevede». Stessa richiesta da parte di D’Alessandro e Nicola Provenza del M5s.  «Sostenere teorie assurde e infondate nell’Aula di Montecitorio è grave, soprattutto in una emergenza sanitaria. Collegare fantomatici complotti al Capo dello Stato è indegno di un rappresentante istituzionale. Il presidente Mattarella è un solido presidio di libertà e democrazia», ha scritto su Twitter Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. A difendere Cunial, non nei contenuti delle sue parole ma nella possibilità di esprimersi, è stato Vittorio Sgarbi: «Non tocca a noi fare la predica e la morale. Anche se esprime un concetto non condivisibile, in democrazia c’è la libertà di opinione, se è vilipendio ci pensa la magistratura». 

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