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INTERVISTA L'A.D. del gruppo athesis

Matteo Montan «Puntiamo al futuro attraverso giovani, imprese e cultura»

Matteo Montan amministratore delegato del Gruppo Athesis
Matteo Montan amministratore delegato del Gruppo Athesis
Matteo Montan amministratore delegato del Gruppo Athesis
Matteo Montan amministratore delegato del Gruppo Athesis

Adesso c’è il Festival Città Impresa. Tra ottobre e novembre toccherà alla terza edizione del Festival del Futuro, dedicato ai temi di maggiore attualità dell’economia e dell’innovazione. Poi sarà la volta di ViOrienta, vera Fiera dedicata all’orientamento formativo dei giovani. Il Gruppo Athesis rafforza la sua presenza diretta nella partecipazione e nell’organizzazione di eventi e grandi appuntamenti con il territorio. Con l’obiettivo di essere sempre più la “media company” del territorio, un ruolo su cui Matteo Montan, amministratore delegato del Gruppo, punta con decisione.

Dottor Montan, quest’anno Athesis entra come partner nella realizzazione del Festival Città Impresa, cresce dunque l’impegno non soltanto verso la promozione di eventi, ma anche verso una partecipazione più attiva. Perché questa scelta?

Perché c’è un’indubbia affinità tra il Festival e le iniziative che noi abbiamo sviluppato negli ultimi anni. Il nostro posizionamento come media company del territorio ci ha spinto a creare delle iniziative speciali che vanno al di là della semplice narrazione di ciò che accade e cercano di aggiungere valore, creando occasioni di incontro per ragionare sullo sviluppo del territorio. Quando troviamo delle realtà che sanno fare bene queste cose, come nel caso di ItalyPost con il Festival, diventa naturale unirci a loro per proporre i contenuti di queste iniziative al nostro pubblico e dare un aiuto a farle crescere ulteriormente.

Qual è dunque il contributo che il Giornale dà al Festival?

Oltre a questo inserto speciale, copriremo le tre giornate del Città Impresa con pagine di resoconti sul quotidiano e uno speciale sul sito che rilancerà anche in diretta alcuni degli eventi più importanti. E saremo presenti con nostri giornalisti come conduttori di alcuni degli incontri.

I temi del Festival sono in linea con quelli al centro dell’attività di media company di Athesis?

Sì, il Festival è una perfetta integrazione, da questo punto di vista. I temi che affronta sono quelli che anche noi abbiamo iniziato a proporre al dibattito del territorio. In particolare, penso al tema legato al rapporto tra impresa e cultura: il Premio letterario Neri Pozza, che si è appena svolto a Vicenza, è la migliore dimostrazione di come i valori della cultura e dell’impresa siano sempre più convergenti, in una visione in cui l’impresa acquisisce sempre più una dimensione sociale. Il tema della responsabilità delle imprese è poi al centro del progetto sulla sostenibilità che abbiamo lanciato in particolare con il progetto Agenda Vicenza. E c’è ovviamente il tema della politica industriale, che da anni rilanciamo attraverso Top 500, l’evento che contraddistingue Athesis nell’ambito dell’economia del territorio e degli scenari internazionali. Infine c’è un tema sottostante a tutto questo, quello del futuro, che noi decliniamo con iniziative come ViOrienta, destinata alle scelte formative delle nuove generazioni, e come il Festival del Futuro.

L’economia, il futuro, la scuola… Si può dire che i giovani diventano il comune denominatore di queste attività?

Le nuove generazioni sono il nostro futuro. E la sfida per noi è proprio quella di interessare, su questi temi, i nostri lettori più giovani. Athesis sta facendo dei grossi investimenti anche per riuscire a raggiungere queste fasce di lettori attraverso i social network, in modi che possano arrivare a loro più facilmente.

Insomma, si tratta di raccontare l’attualità, la società, l’economia, attraverso nuove modalità di comunicazione.

Certo. Gli eventi sono a tutti gli effetti un nuovo media. In questo siamo cresciuti tanto, con un’enorme accelerazione alla componente digitale, e oggi il nostro Gruppo, a Vicenza e nelle altre città, è diventato un protagonista di questo tipo di iniziative. Certo gli eventi da soli non bastano, ma possono fare leva sulla capacità di essere ben raccontati attraverso le nostre testate e i nostri media.

I “nodi della ripartenza” sono il filo conduttore del Festival. Dal suo osservatorio vede un’effettiva ripartenza nel tessuto produttivo del territorio?

Posso dire che noi non abbiamo mai avuto bisogno di ripartire perché non ci siamo mai fermati. Penso anche al risultato arrivato proprio quest’anno per la nostra casa editrice Neri Pozza, con la vittoria del Premio Strega. Se guardo indietro, la cosa di cui credo possiamo andare fieri come Gruppo è che, nonostante le enormi difficoltà che tutti abbiamo vissuto in questo periodo, il livello e la qualità del servizio che abbiamo offerto al nostro pubblico non sono mai cambiati. Anzi. Noi cerchiamo di promuovere la ripartenza e di lanciare messaggi positivi anche a quegli imprenditori che hanno vissuto male questa fase e che hanno ancora bisogno di riprendere fiducia nella comunicazione dei loro prodotti e dei loro valori. Possono farlo attraverso di noi.

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Stefano Tomasoni