Zermeghedo, se il segreto è il gruppo

«Niente sacrificio, niente gloria». Dalle parole di mister Luca Fortuna, si riassume così lo spirito del gruppo F.C. Zermeghedo, squadra Amatori militante nel campionato Primavera Aics. «Lo dico sempre ai miei ragazzi. Queste parole servono nel calcio come nella vita di tutti i giorni».Nata nel 2012, la società è affiliata all'Usd Zermeghedo. «È iniziato tutto da un gruppo di amici che hanno deciso di formare gli Amatori - racconta Fortuna, ex giocatore e da due anni con il ruolo di tecnico -. Ora il nostro è probabilmente il club più etnico del campionato e abbiamo in squadra mille culture diverse. Siamo un gruppo affiatato e c'è rispetto: è la prima cosa che pretendo. Chi non rispetta le persone, i compagni, gli avversari o gli arbitri, viene mandato a casa».Allenatore che fa rima con educatore, quindi. Dentro e fuori dal campo. «Avendo tanti anni d'esperienza alle spalle, ho cercato di trasmettere il mio credo ai giocatori. La mia filosofia è quella di dare sempre tutto al cento per cento: dall'arrivare in orario ad allenamenti e partite al rispetto di persone e spogliatoi. Chiedo, perciò, di dare il massimo impegno. L'importante è uscire dal campo con la consapevolezza di aver dato tutto e non aver alcun rammarico. Sono felice perché questo si è visto anche nei risultati. Prima la squadra si posizionava sempre nella bassa classifica, ora è quarta in classifica, a pochi punti dalla prima». Con oltre 30 tesserati, i rossoblu rappresentano un vasto bacino di utenza. «A Zermeghedo non c'è la Figc. La maggior parte dei nostri atleti sono originari del posto o dalle zone limitrofe. Ma c'è anche chi proviene da Lonigo, Sarego, Arzignano e Montecchio Maggiore». Guidata dal presidente Lino Zerbato e dal responsabile Marzio Tassoni, considerato l'artefice del gruppo, la rosa comprende tutte le età, dai 16 anni agli over 40. Valore del gruppo in primis. «Come allenatore, devo essere il primo a cercare di mettere d'accordo tutti, ognuno con il proprio carattere. Negli Amatori, poi, dove si paga una quota, non è semplice: tutti vogliono giocare e avere gli stessi spazi nelle partite. Per questo, Marzio ed io, puntiamo a tenere unito il gruppo squadra piuttosto che a vincere il campionato».