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Terza categoria

Una vita tra campo e cucina
«Penso già alle nuove sfide»

di Matteo Carollo
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La squadra del ristorante dove lavora Alan che si alterna tra il mestiere di cuoco e partite alla domenica
La squadra del ristorante dove lavora Alan che si alterna tra il mestiere di cuoco e partite alla domenica
La squadra del ristorante dove lavora Alan che si alterna tra il mestiere di cuoco e partite alla domenica
La squadra del ristorante dove lavora Alan che si alterna tra il mestiere di cuoco e partite alla domenica

Una vita divisa tra la cucina del ristorante e il campo da calcio. Tra la casacca da cuoco e quella della squadra che guida come capitano, il Monte di Malo. Alan Meneguzzo, classe '90, in gara per conquistare il Pallone di bronzo al concorso del Giornale di Vicenza, ha le idee chiare, in merito: «Faccio il cuoco per lavoro, gioco a calcio per passione». Come a tracciare una linea netta di demarcazione tra una professione alla quale si dedica da ormai dieci anni e quello sport che gli fa battere il cuore fin da quando era bambino.

 

PRIMI CALCI. «Ho iniziato nella categoria Primi calci a San Vito di Leguzzano, a farmi abbracciare questo sport è stato mio padre, grande appassionato di calcio - racconta Meneguzzo, che gioca come seconda punta -. Mi seguiva sempre, in tutte le partite». Negli anni dei tornei giovanili, il centrocampista ha militato in diverse squadre: a Thiene, quando la formazione della città giocava in C2, a Marano, Ca' Trenta, Ponte dei Nori, entrando ed uscendo dal Monte di Malo, formazione nella quale milita oggi, e che ha contribuito a far nascere, per questa stagione.

 

LA FONDAZIONE. «Inizialmente non c'era neanche la squadra - spiega il giocatore, che vive a Malo -. Ho pensato che bisognava farla, quindi ho dato un aiuto anch'io al presidente Pietro Pozzer e ai dirigenti: alla fine abbiamo reclutato 25 giocatori, con un nuovo allenatore». Al di là dello stop a causa dell'emergenza coronavirus, come sta procedendo con questa nuova formazione, in Terza categoria? «È una squadra giovane, manca un po' di esperienza ma abbiamo messo delle buone basi - continua Meneguzzo -. Per il prossimo anno puntiamo a fare i play off; abbiamo ambizione di fare una buona stagione, per questo, anche se è presto, stiamo lavorando per via telefonica, cerchiamo giocatori competitivi, vogliamo costituire una rosa ampia».

 

CHE PASSIONE. Un amore per la squadra, dunque, che va oltre la semplice dimensione del gioco, entrando di fatto in quella dirigenziale, e che si estende poi al piacere di fare gruppo assieme ai compagni. «Per me il calcio significa tanta passione - spiega il giocatore -. Mi piace fare gruppo con gli amici della squadra, è anche un modo di stare in compagnia e divertirmi». Divertimento che comporta anche difficoltà e sacrifici, anche per un lavoro con orari diversi da quelli "tradizionali".

 

INTERISTA. «Faccio un po' fatica con gli allenamenti, a causa degli orari della mia professione - spiega Meneguzzo, che dopo aver frequentato l'Istituto alberghiero "Artusi" di Recoaro Terme ha subito trovato lavoro come cuoco -. A volte sono costretto ad allenarmi per conto mio. Riesco però a giocare le partite senza problemi, in quanto il ristorante in cui sono impiegato ha il turno di chiusura proprio la domenica». Un'altra passione trasmessa dal padre è quella per l'Inter, come testimoniano le figure alle quali il centrocampista si ispira quando parla di calcio e di come stare in campo. «Quando si ha il padre interista, quella diventa la tua squadra - sottolinea Meneguzzo, che gioca anche a tennis e ama andare a correre -. Per quanto riguarda i giocatori a cui mi ispiro ci sono Xavier Zanetti, a cui guardo sia come persona che come giocatore, e Ronaldo, quello brasiliano che giocava nell'Inter, come fenomeno».