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Terza categoria

Un sogno nato in periferia
Mascari vola con la Riviera

di Federico Pampanin
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Andrea Mascari allo stadio di Amsterdam sotto l'immagine di Cruijff
Andrea Mascari allo stadio di Amsterdam sotto l'immagine di Cruijff
Andrea Mascari allo stadio di Amsterdam sotto l'immagine di Cruijff
Andrea Mascari allo stadio di Amsterdam sotto l'immagine di Cruijff

Ci risiamo. Ancora una volta i bordi di periferia sono il motivo per tornare, dalle facce di sempre, per rotolare il pallone come il ragù sulla pasta, con la fame di vittorie sempre in testa. Il sequel di Rocky? No, il protagonista è Andrea Mascari e il suo ring è il campo di via Einaudi a Riviera Berica. «Qui sono cresciuto da bambino e lungo tutto il vivaio sono stati anni splendidi», racconta il capitano dei giallorossi.Poi con il crac della società Vi Est, tutti si sono accasati altrove. Fino a quando, due anni fa, un fantastico progetto bussa alla sua porta: «Era il mio vicino di casa (l'attuale vicepresidente Davide Donati), io giocavo al Camisano e lui mi ha proposto di ripartire: voleva rifondare il club. Allora gli ho detto "Quando cominciamo?"». Ad Andrea, difensore appena ventenne ma dal solido carisma viene data la fascia sul braccio e le chiavi della squadra: «Gioco centrale destro della difesa a tre, ho compiti di marcatura e di impostazione, il mister ama avviare l'azione palla a terra, a testa alta. È un dna che mi porto dai primi anni nel vivaio quando facevo il centrocampista. Oggi ingaggio soprattutto duelli con gli attaccanti in campo aperto».

 

A lui non solo le chiavi della tradizione ma anche della sede, dove tra una partita e l'altra si fa gruppo come i bei tempi: «Uno spogliatoio unito è la base per andare lontani. Partire da zero con tanti amici legati al quartiere anche nel tempo libero è stupendo, vedo l'impasto per tornare in Seconda con le nostre forze». Per adesso è importante fare legna e "ogni maledetta domenica", Mascari e compagni vanno in battaglia nel raggruppamento di Padova. «Una scelta fatta a tavolino dalla società, ci permette di sfidare avversari molto attrezzati. Non saprei se il girone è più difficile rispetto ai nostri, a volte si storce il naso per le trasferte lunghe, ma non dobbiamo cercare alibi». Il capitano guarda avanti: «Siamo un po' calati rispetto all'obiettivo di avvicinare i playoff (5° posto) ma abbiamo una partita da recuperare». Le soddisfazioni possono arrivano da altre strade: «Il coronavirus ci ha interrotti sul più bello in Coppa: non vediamo l'ora di giocarci i quarti per proseguire il sogno (chi solleva il trofeo accede in Seconda, ndr )».

 

Tra le passioni non poteva mancare il Fantacalcio: «Non me ne parlate! Sono stato colpito dalla maledizione del vincitore, come l'anno scorso il favorito adesso è ultimo. Però è sempre divertente. Io sono un amante dello sport, mi piace giocare a basket o a tennis, vado a correre per fare delle gare». I compagni hanno non potevano che nominare lui per il Pallone di Bronzo. «È uno stimolo in più e ringrazio di cuore gli amici. Il primo obiettivo è sempre vincere con la Riviera». E dove andrebbe a festeggiare? «Mi piace un sacco viaggiare on the road. Dopo la Repubblica Ceca, l'Olanda e la Polonia, quest'estate vorrei visitare Belgrado. Speriamo solo che il virus non faccia altri scherzi».