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Terza categoria

Seganfreddo e quei 145 gol in archivio

di Stefano Angonese
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Andrea Seganfreddo con la compagna Alessandra e i suoi due figli
Andrea Seganfreddo con la compagna Alessandra e i suoi due figli
Andrea Seganfreddo con la compagna Alessandra e i suoi due figli
Andrea Seganfreddo con la compagna Alessandra e i suoi due figli

Alle parole preferisce i fatti, che applicati al suo ruolo si traducono in gol. Tanti: 145. Andrea Seganfreddo, 33enne attaccante e capitano silenzioso del Longa 90 (Terza categoria girone Bassano), è tra i candidati al "Pallone di Bronzo", ma soprattutto è un finalizzatore, «anche perché non ho mai amato molto correre». Ammette con sincerità.

 

ZONA COMFORT. «Il calcio è stato fin da piccolo il mio gioco preferito. Ho iniziato a Mason; poi a 12 anni ho vissuto un'esperienza a Cittadella e quindi, dopo essere rientrato alla base, altre tre stagioni a Romano. Il debutto in prima squadra con l'allora Famot Colceresa in Promozione, ma spazio e soddisfazioni non erano granché e così ho cominciato a girovagare: Bessica, Longa 90, e qui arrivarono le prime gioie tra cui la conquista del titolo dei marcatori del girone, Transvector (sfiorando la promozione in Prima), Real Stroppari, dove dopo anni ho ritrovato mister Roggia, per me una sorta di mentore, e quindi ancora Colceresa. Nella scorsa stagione il trasferimento al Belvedere, ma a dicembre sono rientrato al Longa che considero la mia casa calcistica, l'ambiente ideale. Prima dello stop stavamo andando bene: inizio sofferto; poi la risalita, attraverso un buon calcio, fino ad agganciare la zona playoff. A livello personale un'ottima annata: 18 centri (leader del raggruppamento bassanese) e nel mirino il record personale (25), realizzato sempre qui nella stagione 2014/15».

 

MILESTONES. Pietre miliari della carriera di Seganfreddo: una vicinissima, l'altra non così lontana. «Le 150 reti in campionato, da dedicare a mamma Nadia, la mia prima tifosa, e da festeggiare con una bevuta già promessa ai compagni; il merito è anche loro e pure del tecnico Pellizzer che, sono sincero, avrei voluto incontrare prima. E poi, perché no, toccare quota 100 con la maglia del Longa. In questo caso, però, ne mancano ancora 31». Tante le gemme nella collezione. «La più bella forse quest'anno, in Coppa contro l'Angarano. Ho calciato praticamente dal "bar" e la sfera si è infilata all'incrocio; mentre la più importante, nel 2018, all'ultima giornata con il Colceresa. In palio la permanenza in Seconda: nel recupero ci assegnano un rigore, mi presento sul dischetto, palla da una parte e portiere dall'altra. Salvi!». Già, i rigori, croce e delizia. «Quest'anno ne ho tirati tre, sbagliandoli tutti. Ovviamente non sono più il rigorista designato».

 

FAMIGLIA, PES E GARAGE. In questo periodo di pausa forzata Andrea, che ha la possibilità di lavorare da casa, ne approfitta per godersi maggiormente la famiglia: «Con la mia compagna Alessandra abbiamo due figli, Sveva di 6 anni ed Ettore di due. Il piccolo ha già iniziato a calciare qualsiasi cosa. E' bello dedicare loro più tempo». E un po' di svago se lo ritaglia pure sul divano con la Xbox: «Prediligo i videogiochi a tema sportivo». Fifa o Pes? «Pes, ma ultimamente mi sono buttato sul tennis». Rigenerata la mente, resta il corpo. «Ho riconvertito il garage in una palestra dove potermi allenare con buona regolarità. Seguiamo un programma per farci trovare pronti nonostante la stagione sia praticamente conclusa». La caccia al record è solo sospesa