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Terza categoria

Nel nome del nonno
Un tifoso speciale
per "Pinky" Parise

di Stefano Angonese
Alessandro paride de La Contea con il nonno Enzo
Alessandro paride de La Contea con il nonno Enzo
Alessandro paride de La Contea con il nonno Enzo
Alessandro paride de La Contea con il nonno Enzo

Classe '98, trequartista col vizio del gol da questa stagione in forza a La Contea, espressione calcistica di Montorso Vicentino, Parise di nome fa Alessandro. «In onore di Del Piero, in quanto mio papà è tifosissimo della Juve; mentre io sono di fede milanista e quindi immaginatevi gli sfottò che sto subendo ormai da sette, otto anni».

 

PARTENZA. Un percorso come quello di tanti ragazzi: prime esperienze nel Montebello, poi Montecchio Maggiore, Garcia Moreno Arzignano e, infine, Chiampo. «Scelta azzeccata. C'erano tanti amici con cui ho condiviso emozioni e pure la vittoria nel campionato provinciale allievi all'ultima giornata, in casa davanti a un gran pubblico, superando di misura il Valdagno grazie a una mia rete». Con gli juniores da centrocampista («per necessità»), poi un pesante infortunio al bacino, il rientro e il debutto in prima squadra, sotto la guida di Fabio Nicolè. «Grande persona e allenatore». E quindi, proprio sul più bello... «Ho deciso di fermarmi per un anno».

 

RIPARTENZA. "Pinky" (il soprannome che si porta dietro fin da "bocia"), però, non ha saputo resistere a lungo senza pallone e vita da spogliatoio e così l'estate scorsa ha deciso di rimettersi in gioco, ricominciando dalla Terza categoria. «Abito a Zermeghedo, la soluzione La Contea era l'ideale. Ho trovato un bel gruppo, anche fuori dal campo; fino allo sospensione del campionato era stata una stagione soddisfacente, sia a livello di squadra (5° posto, ma playoff lontani considerato il -14 dal Breganze) che personale (miglior marcatore dei suoi con 12 reti), anche se devo credere di più in me stesso. La mia volontà è quella di poter continuare qui anche l'anno prossimo, le possibilità per crescere ci sono eccome».

 

NELLE SUE SCARPE. Tempi d'inserimento, buona tecnica, facilità di esecuzione con entrambi i piedi e pure in grado di segnare con le scarpe di un altro. «È successo nel corso di un torneo giovanile, quando ero nel Garcia Moreno Arzignano. Dimenticai gli scarpini e così un compagno che partiva dalla panchina, Enrico Melis, me li prestò. Non avevamo lo stesso numero, erano un po' più grandi, ma alla fine realizzai pure la rete decisiva e corsi subito da lui ad abbracciarlo».

 

DEDICATO A. Sensibilità di tocco e non solo. Ogni volta che riesce a gonfiare la rete, mentre corre ed esulta Alessandro Parise con lo sguardo va subito a cercare in tribuna una persona speciale, da sempre il suo primo tifoso. «Nonno Enzo. Lui c'è sempre, ogni allenamento, ogni partita. È orgoglioso di me, abbiamo uno splendido rapporto». E l'emozione, profonda e sincera, raccontandolo si espande fino ad abbracciare idealmente anche papà Graziano. «Ha affrontato e vinto la partita più importante tanti anni fa. I gol che faccio sono anche per lui; mi ritengo davvero fortunato ad averlo ancora qui con me».