<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Terza categoria

I gol impossibili
di "Cauz" Cauzzi
«Provo sempre»

di Federico Pampanin
Cauzzi, a sinistra, festeggiato dopo un gol con l'Altair. PAMPANIN
Cauzzi, a sinistra, festeggiato dopo un gol con l'Altair. PAMPANIN
Cauzzi, a sinistra, festeggiato dopo un gol con l'Altair. PAMPANIN
Cauzzi, a sinistra, festeggiato dopo un gol con l'Altair. PAMPANIN

A.A.A. cercansi attaccante duttile estroso per raffiche di gol. L'annuncio ideale di ogni allenatore è stato raccolto l'estate scorsa da Andrea Cauzzi, fantasista di 26 anni che non ci ha messo molto a rintracciare il numero della sua vecchia squadra: «Pronto Altair? Torno con voi».La scelta di cuore di tornare in gialloblu, dopo la breve parentesi Junior Monticello in Prima Cat., vale come un premio alla carriera e guardacaso, fresca nomination per il Pallone di Bronzo. «Ringrazio la società, non me l'aspettavo - commenta Andrea - è stato bello riabbracciare i compagni. Sono cresciuto con il campo di San Pio X, il vivaio, la prima squadra, ma dopo tanto tempo avevo bisogno di nuovi stimoli: succede anche nelle migliori famiglie. Cavazzale è stata una scelta giusta per aumentare il bagaglio, ho trovato un allenatore tostissimo, un gruppo in gamba, mi avrebbero tenuto». Poi qualcosa gli ha fatto cambiare idea. Il lavoro - apprendista per un'azienda del Centro Orafo con crescenti responsabilità - e gli affetti a tempo pieno vogliono la loro parte; ma soprattutto certi infortuni che pesano in campo e nella testa: «Ripartire ogni partita non è semplice». Così il magnetismo dell'Altair ha ritrovato la sua stella. Certe cose non si possono dimenticare: la promozione in Seconda del 2017, suggellata dalla finale di Coppa Anni (doppietta e gol vittoria ai supplementari), il record stagionale di 17 reti. E anche quest'anno i palloni in fondo al sacco con la sua squadra di sempre, lo stanno avvicinando a quota 100: una tentazione che allontana gli scarpini dal chiodo. Segni particolari: gol difficili o impossibili, altrimenti per "Il Cauz" non vale: «Non ricordo di aver mai segnato uno contro uno sul portiere in uscita, probabilmente gli tirerei addosso. Mi piace azzardare gol difficili, ci provo sempre: quest'anno ho in bacheca una rovesciata e una rete da metà campo». Non a caso il suo riferimento è Fabio Quagliarella (papabile del Puskas Award 2019, premio Fifa al miglior gol della scorsa stagione). E pensare che di giocare in avanti, non se ne parlava: «Fino a 17 anni e mezzo sono stato difensore centrale. Ho dovuto fare appello alla mia testa calda dell'epoca e alla sfida raccolta dal mio allenatore: quando mi impuntavo ero difficile da gestire! Sono contento di avere insistito ma adesso la vivo più serenamente. Forse in corpo ho un decimo della passione che ci metto una volta: a volte mi commuovo pensare a ragazzi speciali come la grinta del compianto Mirko Pellizzer, o a Roby Baggio che giocava con centinaia di punti e capsule in titanio nel ginocchio». Una passione matta anche per Alex Del Piero. «Ma dopo Calciopoli - aggiunge- non sono mai più riuscito a tifare come prima. Una cosa è certa: il singolo non basta mai, l'unione fa la forza». Parole vive e preziose per la lotta contro il demone Covid 19: «Al lavoro e sui mercati e' dura e siamo pure senza sport. Ma ne usciremo». E scappa pure un sorriso: «Certo bisogna tenersi in forma e il mister ha invitato tutti a muoverci tra le quattro mura domestiche, perchè il rischio adesso è perdere d'occhio la dieta».