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Terza categoria

Din don Padovan: sogni di bronzo suonando la Terza

di Stefano Angonese
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Pietro Padovan (in maglia bianca) con i campanari di Rampazzo. FOTO PELIZZER
Pietro Padovan (in maglia bianca) con i campanari di Rampazzo. FOTO PELIZZER
Pietro Padovan (in maglia bianca) con i campanari di Rampazzo. FOTO PELIZZER
Pietro Padovan (in maglia bianca) con i campanari di Rampazzo. FOTO PELIZZER

I rintocchi della passione. Per il calcio, ma anche per suonare a corda col "sistema veronese" le campane della chiesa di S. Maria Maddalena a Rampazzo, frazione di Camisano. Ogni benedetto sabato e in particolari occasioni, come la sagra di San Gaetano ad agosto. Pietro Padovan, 24enne generoso e tenace centrocampista della locale formazione del Real tra i nominati per il "Pallone di Bronzo", è un campanaro ormai da una decina d'anni: «È stato mio papà Gianni a portarmi per la prima volta ed è eccomi ancora qui. Siamo circa dieci elementi, tra cui Emanuele Sudiro, compagno di reparto in campo, e il primo presidente della società Valter Flaminio». Una passione singolare che sa tanto di arte antica: «Servono tecnica, forza, tempismo, sensibilità. È un gioco di equilibri perché quando si suonano le melodie bisogna inserirsi al momento giusto e coordinarsi con gli altri. Il maestro "chiama" i numeri delle campane e devi essere pronto».

 

IDENTITÀ. Rampazzino doc, Pietro, che di lavoro è redattore tecnico in un'azienda di Sarego e nel tempo libero si diverte con crossfit e spartan race, ha sviluppato un forte senso di appartenza alla sua comunità. «Ho iniziato nel S. Maria, poi Camisano e Grumolo, ma quando girava voce che in paese volevano allestire una squadra mi sono subito attivato, cercando di coinvolgere gli amici, in primis Matteo Chiarentin, con cui avevo condiviso il percorso calcistico». Non sempre semplice, per una serie di infortuni anche pesanti. Nell'ultimo periodo ai box ha messo al servizio del club la sua creatività (si diletta pure con video editing e foto), realizzando il logo, in cui i riferimenti alla storia della frazione non mancano. «Ci sono l'aquila, simbolo di Rampazzo, lo scudo e la torre, elementi che rappresentano il nostro territorio».

 

DA ZERO A TREDICI. I "gialli" nei primi due anni in Terza sono passati agli onori delle cronache per i record negativi: una vittoria (a tavolino) e tre pareggi al debutto, nessuna e un solo segno "x" nello scorso torneo. Ma ora il vento è girato: 13 punti, con tre affermazioni contro 7 Mulini Fimon, Monte di Malo e Rino Toniolo. «Ma il successo più importante è di essere ancora qui. Grazie a chi ha gettato le basi (Flaminio) e a chi gli è subentrato (Bolzon), ma anche al resto della nostra famiglia, perché è ciò che siamo qui, giocando per divertirsi».E più di qualche sorriso lo strappa il tecnico Tonin quando si dedica alla stesura delle graffianti pagelle, dove l'ironia è protagonista. «Leggetevi la nostra pagina Facebook, ce n'è per tutti».