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Promozione

Un brasiliano in biancorosso
«Montebello è una famiglia»

di Matteo Finello
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Valentino Verenoso in azione con la maglia del Montebello dove gioca da centrocampista
Valentino Verenoso in azione con la maglia del Montebello dove gioca da centrocampista
Valentino Verenoso in azione con la maglia del Montebello dove gioca da centrocampista
Valentino Verenoso in azione con la maglia del Montebello dove gioca da centrocampista

Biancorosso e verdeoro. Si balla la samba sul rettangolo verde del Montebello: tra le fila della formazione di Venturini ci sono infatti due brasiliani, entrambi candidati al Pallone d'Oro. Luis Spadetto e Valentino Veneroso. Quest'ultimo è un centrocampista del 1993. «Come quasi tutti i bambini brasiliani ho iniziato a giocare per le strade della mia città Mateus Leme - ha detto Veneroso - e mi sono subito iscritto alla scuola calcio, piaciuto l'ambiente sono rimasto lì per un po'. Poi sono stato notato dal Vera Cruz. Ho lasciato quindi la mia casa all'età di 14 anni trascorrendo in questa società tutti gli anni del settore giovanile. Sono diventato poi un professionista cinque anni dopo partecipando a vari campionati regionali. Ricordo in particolare un gol segnato in una finale quando giocavo tra le fila del Associação Esportiva Vargense: un tiro vincente da fuori area. Il mio sogno è sempre stato quello di poter venire in Europa, mio nonno Stephano è infatti italiano». Il Belpaese, la famiglia e la fede. L'arrivo in Italia nel novembre 2018 con padre, due sorelle e fratello: in Brasile inizialmente era rimasta solo la madre. La famiglia e la fede in Dio sono due punti fermi nella vita di Valentino. «I miei cari un anno dopo sono ritornati in Sudamerica e io sono rimasto qui da solo. Mi sto adattando pian piano conoscendo lingua e cultura italiana. Il calcio è stato ed è fondamentale per me». Il sodalizio biancorosso è come una famiglia. «Devo ringraziare in particolare due brave persone in società Giarolo e Pellizzaro (prezioso nel lavoro di traduzione dell'intervista ndr) hanno una grande mentalità calcistica e li rispetto molto essendo loro grato per quello che hanno fatto e fanno per me. Nel tempo libero mi piace leggere, qualche passatempo con i videogiochi e chiamo spesso in Brasile per parlare con famiglia ed amici». C'è una grande amicizia con Luis Spadetto, altro brasiliano del Montebello: i due hanno giocato assieme in Brasile nel 2014. «Luis mi ha aiutato in campo e anche fuori - ha aggiunto - ed è una persona molto sincera con una personalità forte, molto esigente con me; mi ha fatto crescere, non solo come atleta ma anche come uomo: ha una grande responsabilità nei miei confronti. C'è molto rispetto per lui e la sua famiglia». Valentino è al suo primo anno con la maglia biancorossa, c'è ancora tanta voglia di migliorare. Brasile e Italia. Due nazioni dove il calcio è denominatore comune: storia, tradizioni, giocatori indimenticabili, coppe e tanta voglia di pallone. L'Italia ed il Brasile sono anche accomunati da molti giocatori verdeoro che hanno militato nei nostri campionati. Come non chiedere a Valentino il nome del suo idolo. «In realtà non ho idoli nel calcio - ha detto - ma ho seguito Kakà soprattutto quando giocava qui in Italia, mi piace anche Casemiro del Real Madrid, Arthur del Barcellona e Fabinho del Liverpool. Giocano tutti nella mia stessa posizione in campo. Brasile e Italia sono sempre stati i migliori, secondo me. Il Brasile con la sua creatività, individualità e con un livello tecnico molto elevato. L'Italia forte nella fase difensiva, con grandi giocatori e allenatori nel corso della sua storia».