<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Promozione

Redondo del Brenta
Pinton ha le chiavi
del gioco giallorosso

di Vincenzo Pittureri
Alberto Pinton
Alberto Pinton
Alberto Pinton
Alberto Pinton

Piedi dolci, palleggio morbido e vellutato, aperture e assistenze che sono cioccolatini, è anche logico e consequenziale che Alberto Pinton, metodista del Bassano, nella vita di tutti i giorni sia impiegato negli uffici della Lago di Galliera Veneta, storico marchio dolciario del territorio che sforna wafer e crostatine, biscotti e merendine al cacao. Peraltro il suo è un calco cremoso, soffice ed elegante: Alberto è distributore di gioco zuccherino e ad alto indice glicemico, sovente football glassato e mai invece secco e asciutto. «Da ragazzo mi piaceva tantissimo Redondo, argentino del Real Madrid e poi al Milan - confessa - anche se non mi sono mai ispirato a un modello in particolare. Fatte le debite proporzioni, Pinton possiede l'eleganza, la raffinatezza e le movenze rotonde del sudamericano, poi ovviamente il suo percorso è stato diversissimo. Originario di San Martino di Lupari, 30 anni appena compiuti, il regista giallorosso ha cominciato sotto casa alla Luparense, per completare la trafila della giovanili al Cittadella sotto l'egida dei maestri Nuccio Bresolin e Lucio Fasolato, per poi iniziare nel calcio degli adulti di nuovo alla Luparense eppoi Romano in Eccellenza, (col compianto presidentissimo Toni Zen), Nove, di nuovo Luparense eppoi Football Valbrenta in un altalena continua tra Eccellenza, Promozione e di nuovo Eccellenza, salvo poi abbracciare la scorsa estate il piano di rilancio del Bassano già in piena evoluzione. «Io ancora spero che il campionato possa ripartire - ammette - ma riconosco che la situazione è obiettivamente complicatissima e dal punto di vista del Bfc è normale che nel peggiore dei casi la classifica possa essere cristallizzata con noi al comando solitario e promossi in serie superiore. Ma mi rendo conto che sportivamente non sarebbe comunque il massimo - analizza il centrocampista - nonostante 6 punti di vantaggio e la doppia vittoria negli scontri diretti con lo Schio. È vero che oltre due terzi di annata erano stati disputati ma capisco che gli inseguitori non gradirebbero... ». Probabilmente la strada più corretta in caso di impossibilità a tornare in campo - aggiungiamo noi - sarebbe quella di promuovere direttamente in Eccellenza Bassano e Schio che hanno dimostrato di avere una marcia in più rispetto alla concorrenza e di candidare al primo posto nella lista dei ripescaggi il Cornedo di Clementi, che ha fabbricato un campionatone a dispetto dei due colossi, entrambi battuti e che in condizioni normali senza i due bolidi, in un altro girone avrebbe vinto il campionato. «Noi di sicuro siamo stati bravi a rialzarci e ripartire - argomenta Alberto - a ottobre eravamo primi a +6, a metà dicembre secondi a -4, c'era il rischio di tracollare. E al contrario ci siamo ricompattati infilando una striscia aperta di 8 vittorie consecutive, incluso lo scontro diretto, arrestata solo dallo stop per il virus che ha rovesciato completamente la graduatoria». Tuttavia lo stringente presente attanaglia i pensieri di Pinton più dell'epilogo stagionale. «È il momento di stare a casa e rispettare le consegne - chiosa il giocatore giallorosso - prendo spunto dallo slogan dei commercianti della zona: "Prima chiudiamo e prima ricominciamo"». È la cosa si augurano tutti, nel mondo dello sport e in qualsiasi altro ambiente. Bisogna stringere i denti in attesa di ripartire.