<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Promozione

Munarini, l'ora di essere profeta in patria

di Chiara Ferrante
.
Luca Munarini, attaccante classe 1993
Luca Munarini, attaccante classe 1993
Pallone d'Oro, Luca Munarini

Dicono che «la vita è come un calcio di rigore. O lo segni o lo sbagli. Ma se hai il coraggio lo tiri lo stesso». Sicuramente il coraggio non è mancato a Luca Munarini, attaccante classe '93, quando dopo anni trascorsi tra i professionisti e una carriera in serie D, ha deciso di ripartire dalla sua città, in Promozione. Questo metaforico calcio di rigore che la vita gli ha presentato, lui quindi l'ha tirato conquistando la maglia dello Schio e il suo numero 10. E dimostrando così di credere nei valori del calcio e nella storia del club che rappresenta.

Dopo aver provato rugby, basket e nuoto, il giocatore incontra il calcio a sei anni muovendo i primi passi nel Concordia. Trasferitosi a Piovene, prosegue con questi colori fino ai Giovanissimi. «Poi sono andato nei regionali a Malo e un anno dopo sono passato nella società professionistica del Bassano (al tempo la prima squadra militava in serie C), frequentando Allievi sperimentali e nazionali e la Beretti». Inizia così una serie di provini che portano Munarini a fare dei test per Roma e Inter, ma è il Chievo ad offrirgli un posto in Primavera tra le fila di mister Nicolato, ora ct della Nazionale U21. «Appena maggiorenne, era bellissimo respirare quell'aria da professionista - racconta -. Campi magnifici, trasporto, abbigliamento della società, comfort, persone che ti curano. Anche le piccolezze, per chi vuole giocare a calcio, diventano stimoli». Un brutto infortunio, però, segna la sua avventura in gialloblu. «Durante una partita di Coppa contro l'Inter, in un contrasto di gioco con il portiere nerazzurro, mi sono rotto il retto femorale. Sono rimasto fermo sei mesi e a fine stagione sono rientrato a casa».

Gli anni successivi scrivono la carriera di Munarini tra serie D e tra i professionisti di serie C e C2. «Dopo il Chievo, ho giocato nel Montebelluna, società che per rinascere aveva messo al centro del progetto una squadra giovanissima. Quell'anno infatti, abbiamo vinto la classifica dei più giovani della serie D e abbiamo ottenuto una salvezza incredibile. Giocavo insieme a Nicolò Garbuio, oggi al Bassano - continua -. Dopo una parentesi in C2 con il Castiglione, sono tornato al Bassano e poi a Savona in C. Dal 2015 ho iniziato a girare la serie D: Abano, Legnago, Este, Calvi Noale e Montebelluna».

Il resto è presente. «Già da un paio d'anni lo Schio mi chiedeva di venire. Ricevuta la proposta, ho deciso che era il momento di scendere di categoria con l'obiettivo di risalire ed era giusto farlo in questa città e con questa società». A trasmettergli il calcio d'un tempo e i gloriosi anni giallorossi è stato il padre Aldo Munarini, attuale assessore allo sport del comune scledense ed ex portiere della squadra. «Insieme abbiamo guardato foto e libri dedicati alla storia della società. Sarebbe bello tornare agli anni d'oro con un pubblico importante».

Oggi Luca Munarini è candidato al Pallone d'Oro rappresentando lo Schio insieme ai suoi compagni. «Il calcio rappresenta il mio percorso di vita e qui ho trovato un ambiente familiare. Quando il calcio è un lavoro, ogni giocatore porta avanti le proprie ambizioni e si diventa un po' egoisti. Nei dilettanti, invece, si sviluppa la sfera affettiva e a Schio remiamo tutti verso un desiderio comune. Ho voglia di fare ancora calcio a livelli medio-alti e voglio provarci con la maglia che indosso. Ho trovato un tecnico, Davide Zenorini, che mi ha capito e sa come prendermi: è merito suo se ho tirato fuori risultati migliori».