Abbandona gli sci e sogna ancora la Serie A. È il giovane attaccante in forza alla Marosticense Massimo Lobbia che, sebbene residente ad Asiago e nato e cresciuto in una famiglia profondamente legata al fondo, ha messo da parte le sue origini per lanciarsi nel mondo pallonaro. «Nella mia famiglia lo sport che è sempre andato per la maggiore è stato il fondo tanto che mio nonno era pure maestro; diciamo che io sono stato il primo ad andare controcorrente mettendo da parte sci, bastoncini e scioline per lanciarmi con la palla... Magari - dice in tono scherzoso Lobbia- quando smetterò tornerò al passato».
Per indossare nuovamente la tuta da sci dunque ci sarà tempo, al momento infatti a dettare legge per il 17enne asiaghese è il calcio tanto che parlando del suo futuro afferma. «Il mio sogno sarebbe quello di poter giocare un giorno tra i professionisti e magari vestire la casacca della nazionale; so benissimo che non sarà assolutamente facile ma farò di tutto per riuscirci».
Quel mondo professionistico che conosce molto bene il suo tecnico Ezio Glerean e per il quale Lobbia ha solo parole di elogio; l'ex allenatore del Cittadella del resto pare apprezzare molto le sue caratteristiche visto che non ha esitato a farlo esordire in prima squadra a soli 16 anni. «Dall'alto della sua esperienza il mister ci aiuta e ci consiglia costantemente e devo dire che grazie a lui sto crescendo parecchio. Ricordo molto bene il giorno della mia prima gara in campionato con la Marosticense - sfida persa con il Tombolo - anche perché sinceramente non mi aspettavo di giocare: ho provato davvero delle emozioni fantastiche».Come è noto, giocare a pallone per una persona che vive in montagna non è assolutamente facile anzi; devi infatti essere mosso da una passione vera, necessaria per affrontare numerosi sacrifici soprattutto nel periodo invernale; quei sacrifici che pure il 17enne, iscritto a ragioneria, si sobbarca quotidianamente per allenarsi. «La distanza da casa mia a Marostica non è poca, per raggiungere il campo all'andata a volte mi accompagna papà o scendo con la corriera mentre, al ritorno, risalgo con i miei genitori Morena e Michele che non posso che ringraziare per tutto quello che stanno facendo per me; è molto impegnativo ma ormai ci siamo organizzati bene».