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Promozione

L'Ibrahimovic del Cornedo
«I miei gol grazie al karate»

di Giorgio Zordan
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Stefan Miloradovic del Virtus Cornedo
Stefan Miloradovic del Virtus Cornedo
Pallone d'Oro, Stefan Miloradovic

Il suo idolo? Zlatan Ibrahimovic. Rispetto all'attaccante ritornato quest'anno in forza al Milan ha qualche centimetro in meno d'altezza, 188 contro 195, ma con il fuoriclasse svedese, oltre al ruolo di prima punta, condivide anche la passione per le arti marziali. Stefan Miloradovic, 24 anni, capocannoniere (in coabitazione con Garbuio del Bassano) con 15 reti dopo 21 partite del girone B di Promozione nelle fila del Cornedo, fino a 11 anni ha praticato il karate, disciplina che gli ha consentito di acquisire coordinazione nonostante le lunghe leve. «Di Ibra - dice - mi piace la potenza e la tecnica. Come giocatore mi ispiro a lui. Ovviamente non credo che arriverò ai suoi livelli, mi basterebbe approdare in Serie D».

Nel suo profilo facebook si presenta come giocatore del Manchester United. «Una cosa da ragazzi. Quando ho aperto la pagina mi piaceva Javier Hernández, l'attaccante messicano soprannominato Chicharito, che all'epoca giocava nel Manchester United». La sua carriera con gli scarpini al piede è iniziata ad Arzignano, comune limitrofo a Zermeghedo dove abita con la famiglia. Poi il passaggio alla Seraticense dove, a 16 anni, ha esordito in Eccellenza. Quindi nel 2015/16 la cessione al Montebello, in Seconda Categoria, al secondo anno di militanza si fa notare firmando una pioggia di gol. «Ne ho fatti 45 tra coppa e campionato». Un exploit che non passa inosservato. Il direttore sportivo del Cornedo, Davide Santagiuliana, gli mette gli occhi addosso e lo porta a vestire la casacca gialloblu. Il primo anno è di ambientamento: gioca 26 partite e segna 8 reti, la stagione successiva colleziona 24 presenze firmando 13 reti. Quest'anno è protagonista di una partenza con il botto tanto che in una settimana ne fa 7 in tre partite tra Coppa e campionato (2 alla seconda giornata con la Calidonense, altrettanti tre giorni dopo in Coppa Veneto alla stessa squadra, ed una tripletta al Tombolo nella successiva gara di campionato.

Una crescita sportiva, la sua, progressiva: merito anche degli ultimi allenatori. «Denny Rezzadore ha portato qualità ed intensità negli allenamenti e questo è stato importante per me. Claudio Clementi, grazie alla sua esperienza da attaccante in Serie A, mi dà consigli preziosi». Il cognome è serbo, ma Stefan è italiano a tutti gli effetti. «Mio padre è arrivato in Italia circa trent'anni fa, poi si è fatto raggiungere dalla mamma. Sono nato qua, il serbo lo parlo poco. Dopo il diploma in informatica al "Ceccato" di Montecchio ho trovato lavoro come impiegato in un'azienda di trasporti a Montorso. Ora il mio tempo lo divido tra calcio e lavoro». Resta il rammarico per non aver concluso la stagione sul campo. «Tra noi ci credevamo ancora. Raggiungere il Bassano forse era un miraggio, ma lo Schio lo avevamo alla portata». Il tuo futuro da calciatore? «A Cornedo mi vogliono tutti bene, credono in me. La prossima stagione? Qualche offerta è arrivata. Vedremo».