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«Il calcio è arte»
E Ferretto ringrazia
il maestro Zenorini

di Chiara Ferrante
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Edoardo Ferretto, classe 2000, è un centrocampista dello Schio
Edoardo Ferretto, classe 2000, è un centrocampista dello Schio
Edoardo Ferretto, classe 2000, è un centrocampista dello Schio
Edoardo Ferretto, classe 2000, è un centrocampista dello Schio

«Il calcio è arte». Parola di Edoardo Ferretto. Il centrocampista dello Schio, candidato per la seconda volta al Pallone d'Oro, ha le idee chiare sul calcio e per descriverlo evoca un'immagine metaforica. «Come l'arte, è in continuo cambiamento e c'è sempre qualcosa di nuovo da fare o da imparare. Ed è ciò che rende bello questo sport, regalando emozioni nuove ogni giorno».

Classe Duemila, Ferretto inizia a giocare nel Marano, la squadra del suo paese. «La passione nasce grazie alla mia famiglia e soprattutto a mio fratello Federico che ha trasmesso il suo amore per il calcio a tutti noi - racconta -. In casa, il calcio è sempre stato visto come puro divertimento e lo è tuttora».E poi l'occasione speciale. Come disse lo scrittore Graham Greene, «esiste sempre un momento nell'infanzia quando si aprono le porte e il futuro entra». Ed è stato così anche per Edoardo Ferretto, misuratosi fin da subito nel settore giovanile di una società professionistica. «All'età di 8-9 anni, sono passato al Vicenza dove ho trascorso cinque anni che mi hanno fatto crescere a livello tecnico. Il periodo in biancorosso è stato bellissimo e davvero importante per me perché, oltre all'aspetto calcistico, ho potuto confrontarmi con giocatori del mio stesso livello e della stessa età. Successivamente, sono passato al Real Vicenza dove sono rimasto solo un anno a causa del fallimento della società».Ed è qui che il giovane dice stop. «Ho smesso di giocare. Per motivi personali, legati agli anni passati, avevo perso la voglia. Dopo un anno fermo, però, la mia voglia è tornata più forte di prima e sono andato al Poleo, nello stesso gruppo di un mio caro amico, passando subito alla prima squadra».

 

Ferretto gira ancora pagina e il nuovo capitolo del libro della sua vita si colora di giallorosso. «Appena arrivato a Schio giocavo sia in prima squadra che negli juniores. Nel secondo anno, invece, c'erano più prospettive - continua -. La stagione non è iniziata nel migliore dei modi, ma con il cambio dell'allenatore è arrivato il tecnico Davide Zenorini e con lui ho iniziato a giocare fisso in prima squadra. La società ha sempre creduto in me e per questo devo ringraziare tutti. Le persone più importanti per me, il ds Ennio Dalla Fina e soprattutto il mister che reputo l'allenatore migliore avuto fino ad ora. Zenorini mi ha fatto conoscere il calcio in maniera diversa rispetto a prima, insegnandomi molto bene quello che devo fare». E, nello Schio di oggi, Ferretto rappresenta una pedina importante della formazione, insieme ai compagni. «La squadra è in sintonia e ci troviamo bene: ci sono persone intelligenti e mature che hanno degli obiettivi. Ora sto finendo la scuola e a giugno farò la maturità».

 

Una cosa è certa. A suon di tagliandi, il centrocampista cerca di scalare la classifica del Pallone d'Oro. «Sono contento di essere ancora candidato. Secondo me, però, le valutazioni dei giocatori andrebbero fatte in maniera diversa, lasciando votare magari dirigenti e allenatori in modo da capire veramente chi si merita il premio».