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Eccellenza

Buffon e le notti mondiali
«Grazie a lui gioco in porta»

di Francesco Meneguzzo
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David Aprile
David Aprile
David Aprile
David Aprile

Stregato dalle magiche notti mondiali. È il caso dell'estremo difensore del Camisano David Aprile per il quale la fantastica scalata fin sul tetto del mondo compiuta dall'Italia di Lippi nel 2006 non è solo un piacevole ricordo ma, al contrario, s'è rivelata decisiva per il suo futuro calcistico. Anche se all'epoca aveva infatti solo 5 anni, il portiere confessa: «Fin dal mio primo allenamento ho sempre giocato in porta, qualche anno fa a dire il vero mi era pure balzata l'idea di provare qualche altro ruolo ma alla fine il richiamo dei pali ha prevalso su tutto. Sinceramente non so per quale motivo sia sempre stato affascinato da questo ruolo considerando che, tra l'altro, non ho il classico fisico da portiere ma sono certo che molto sia dipeso dalla rassegna mondiale vinta dall'Italia in Germania: all'epoca ero ancora piccolo però alcuni flash mi ricordano perfettamente le strepitose parate e la maglia dorata di Buffon».

 

IL MAESTRO. Indossare i guantoni e piazzarsi tra i pali non è assolutamente cosa per tutti viste le responsabilità che volente o dolente ricadono sulle proprie spalle; oltre alle pure doti tecniche servono quindi un carattere deciso e una forte personalità -incline a prendere decisioni in brevissimo tempo- perché ogni minimo tentennamento può costare caro. E il conto da pagare è quasi sempre salato. «Ho fatto praticamente tutta la trafila delle giovanili nel Vicenza (dal 2008 al 2018 quando purtroppo è stato dichiarato il fallimento del club) dove ho avuto la fortuna di lavorare per molto tempo con Cristiano Guerretta; da lui ho davvero imparato tantissimo, oltre al puro lato tecnico mi ha trasmesso la sua filosofia imperniata sul lavoro, sul sacrificio, sul fatto che nulla arriva per caso e non potrò che ringraziarlo per sempre».

 

TRA PASSATO E FUTURO. Cresciuto con il mito di Iker Casillas - «al di là di essere stato il simbolo del Real Madrid è un portiere che ha sempre dimostrato di avere grande personalità» - il guardiano dei pali biancazzurri prosegue dicendo. «Sinceramente una parte del mio cuore è ancora legata all'esperienza vissuta al Lane, con quella maglia infatti ho avuto modo di provare emozioni indimenticabili come quando abbiamo battuto la Roma a Trigoria sotto agli occhi di Totti e compagni o quando con mister Zanini ci siamo classificati al terzo posto nazionale del campionato di Serie A e B (il piazzamento più alto mai raggiunto da una formazione del settore giovanile biancorosso). Il mio desiderio, oltre al fatto di entrare all'università Bocconi, sarebbe quello di poter giocare un giorno in Serie D: sono consapevole che non sarà facile ma farò di tutto perché ciò accada».