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Seconda categoria

Scapin, difensore-scrittore tra penna, calamaio e calcio

di Stefano Angonese
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I festeggiamenti al Mercante per la vittoria della Coppa Bassano da parte del Solagna
I festeggiamenti al Mercante per la vittoria della Coppa Bassano da parte del Solagna
I festeggiamenti al Mercante per la vittoria della Coppa Bassano da parte del Solagna
I festeggiamenti al Mercante per la vittoria della Coppa Bassano da parte del Solagna

Un racconto regalato alla gente della sua terra. Trasformato in un assist, come quelli che dispensa sul campo, per contribuire a raccogliere fondi nel cuore dell'emergenza sanitaria. Leonardo Scapin è un difensore del Solagna in corsa per il "Pallone d'Argento", ma è soprattutto un 26enne poliedrico innamorato della scrittura, in tutte le sue declinazioni. «È una passione, da sempre; riuscire a viverci un'ambizione», dice il giocatore.

 

RICOMINCIARE. È il titolo del suo scritto. Donato ai comuni di Solagna, dove risiede, e Valbrenta, ma soprattutto al Progetto Manola Onlus di San Nazario. «Lo spunto è arrivato - racconta - da un'idea di Antonio Manzini, che ha omaggiato i lettori di un'indagine inedita di Rocco Schiavone. Il mio breve racconto parla di una coppia che si ama a distanza al tempo del coronavirus. Volevo dare un po' di sollievo in un momento così complesso. Sono felice perché anche grazie alle donazioni collegate a "Ricominciare" sono stati acquistati alcuni tablet per le case di riposo di Solagna e Rossano Veneto».

 

AUTORE. È come si definisce Scapin sulla sua pagina Facebook (dateci un'occhiata). «È l'etichetta meno sbagliata quando cerco di far capire che cosa faccio. Sono essenzialmente questo: un autore, di testi teatrali, di prose poetiche, di riflessioni personali. Racconto storie per raccontare il mondo che mi circonda». Studente della facoltà di Lettere all'università Ca' Foscari di Venezia («manca un esame per completare il triennio»), Leonardo in cantiere ormai avanzato ha anche il suo primo libro. «Una raccolta di testi - spiega - che più mi appartengono, alcuni inediti, altri già ascoltati negli spettacoli come in "Non è più il momento" sul teatro-canzone della coppia Gaber-Luporini portato in giro nei mesi scorsi con il gruppo "Canzoniere letterario" di cui faccio parte. L'uscita era prevista per l'estate, vedremo... ».

 

E POI C'E' IL CALCIO. Verrebbe da dire. «Una parte importante della mia vita che tra l'altro fa emergere il mio lato più impulsivo». Spiega Leo, cresciuto nel Valbrenta '93. «Con Giovanni Tolfo come allenatore. Poi ci fu la fusione con il Football Valbrenta, dove mi sono formato, non solo calcisticamente, arrivando fino in Promozione. Un'esperienza che mi ha dato tanto, anche grazie a Michele Dissegna. Ricordo ancora il messaggio che mi mandò il giorno del debutto; da lui ho imparato davvero molto. E poi ho gironzolato (sempre in compagini del comprensiorio bassanese o della vallata del Brenta, ndr): Fellette, Campese, Campolongo e quindi il rientro a casa. A Solagna, tre anni fa, la squadra è (ri)nata su un gruppo Whatsapp. Sono gli anni della mia "maturità" calcistica, probabilmente si tratta dei più belli che sto vivendo».

 

ANARCHIA ED ESTASI. C'è una partita che merita di essere menzionata. Sfogliando l'album dei ricordi, infatti, spicca la finale di Coppa Bassano disputata allo stadio "Mercante". Si giocava il 3 aprile di un anno fa. Un torrenziale 7-0 rifilato al Campolongo del suo primo mister che porta anche la firma, quasi involontaria, dell'allievo. «Tatticamente sono un anarchico, un terzino iper-offensivo (gol e assist, per lui, sono abituali compagni di viaggio, come i libri); corro e spingo. Sapevamo di dover vincere, la differenza di valori tra le due squadre era evidente, ma si trattava pur sempre di un derby e il rischio di complicarci la vita era dietro l'angolo. E, invece, l'abbiamo sbloccata presto con Ferrarese e, 2' più tardi, ho raddoppiato ("dal parcheggio dello stadio", copyright Pittureri). L'ho ammesso subito con i compagni, che ancora mi prendono in giro, volevo crossare, ma il vento ha cambiato la traiettoria ingannando il portiere». Il resto è storia. Materia, chissà, per qualche suo altro racconto.