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Seconda categoria

Quel Giro d'amore
tra set fotografici
e le corse in campo

di Stefano Gobetti
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Manuel Mancin con la fidanzata Alessia
Manuel Mancin con la fidanzata Alessia
Manuel Mancin con la fidanzata Alessia
Manuel Mancin con la fidanzata Alessia

Un Giro d'Italia ti può cambiare la vita? Se di mestiere fai il ciclista può succedere. Più insolito è se la storia riguarda un calciatore dilettante. Che magari si prende un periodo della sua vita per fare una cosa insolita. Nel 2017 la corsa rosa celebra il suo centenario e Manuel Mancin, ala destra del '91 in forza al Brendola dalla stagione 2011/12, è in un periodo un po' particolare: «Studiavo Ingegneria Edile - Architettura a Padova ma per un mesetto volevo staccare la spina dalla mia solita vita. Così mi è capitata l'occasione, tramite un'agenzia di Milano, di far parte della carovana pubblicitaria del Giro, quel lungo codazzo di auto e furgoni che precede la corsa per sponsorizzare i più disparati prodotti. E' stata un'esperienza speciale e divertente che in più mi ha portato in dote l'amore. In quel contesto infatti ho conosciuto la mia compagna Alessia. Fatalità è stata la prima persona che ho incontrato quando sono andato a ritirare il mezzo e girando l'Italia la simpatia tra noi è cresciuta. Lei è di Bergamo ma adesso è diventata anche lei una brendolana, lavoriamo assieme e a dicembre mi farà diventare papà».

Manuel è originario di Montecchio Maggiore ma ormai si sente uno di Brendola visto che sotto la Rocca abita da anni e ha uno studio fotografico a pochi passi dal campo sportivo: «Sì, diciamo che in un chilometro è racchiuso tutto il mio mondo - dice il Mancio biancazzurro - nel mio lavoro abbino alla fotografia la pubblicità che poi confluisce nei social media. L'interesse per il merchandising è nato quasi per caso quando facevo il commesso in uno store di abbigliamento. Dopo che sono tornato dal Giro mi hanno proposto di pubblicizzare i loro prodotti e così mi sono improvvisato anche modello per un certo periodo, sempre con l'aiuto della mia compagna. Portavo a casa i vari capi d'abbigliamento, li fotografavamo e poi le immagini venivano pubblicate sulle pagine social dello store. Oggi il modello non lo faccio più, sarebbe troppo complesso, preferisco stare dietro la macchina fotografica». L'università poi Manuel non l'ha finita anche se mancava poco, ma lui non se ne fa un cruccio perché ha trovato la sua vera dimensione. Che comprende anche il calcio ovviamente, con il quale si è preso belle soddisfazioni. Come nella finale play-off di Terza dell'annata 2015/16 quando Manuel fu il mvp del match con doppietta, assist e foto rimasta nella storia con l'arrampicata sulla rete davanti agli ultras scatenati: «Quello è il ricordo più bello di tutti gli anni a Brendola - spiega - segnai il primo gol dopo soli 17 secondi, non so neanche io come ho fatto, e il raddoppio poco dopo. La foto rimasta celebre è dopo l'assist davanti alla porta per il mio miglior amico Giacomo Castegnaro, sono state emozioni pazzesche».

Quest'anno Manuel non ha giocato tantissimo ma si è sempre fatto trovare pronto anche se rivela che...: «Con gli allenatori, a parte Diego De Grandi che è stato quello che mi ha capito di più, ho sempre avuto un rapporto un po' burrascoso. Vinicio Corato è senz'altro un bravissimo tecnico e i risultati parlano chiaro. Diciamo che magari a fronte di certe mie prestazioni in allenamento mi aspettavo di trovare più spazio. Vorrà dire che l'anno prossimo ce la metterò ancora di più per convincerlo: vorrei continuare a far parte di questo splendido gruppo».