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Seconda categoria

Pegoraro, assist a Leone
la mascotte della squadra

di Stefano Gobetti
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Nicola Pegoraro del Montecchio S. Pietro con il cane Leone
Nicola Pegoraro del Montecchio S. Pietro con il cane Leone
Nicola Pegoraro del Montecchio S. Pietro con il cane Leone
Nicola Pegoraro del Montecchio S. Pietro con il cane Leone

Premessa: la pagina facebook del Montecchio San Pietro è proprio tanta roba. Sempre aggiornata con video e interviste, foto e curiosità. Insomma, meritevole di altre categorie calcistiche. E il primo maggio, per la serie #iomiallenoacasa, i protagonisti del video di giornata sono stati Nicola Pegoraro e il suo bulldog francese Leone, impegnati in un simpatico allenamento in coppia che ha strappato tanti like e qualche commento ironico del tipo «non la passa (la palla) neanche al cane il buon Pego» e «ho visto calciatori morire aspettando un'assist da lui».

E il diretto interessato come risponde? «Questo è un po' un luogo comune - sorride Nicola - ma in realtà anche quest'anno penso di avere fatto più assist che gol. Leone, che io ho soprannominato Africa, nell'ambiente San Pietro lo conoscono un po' tutti perché l'ho portato spesso all'allenamento, in pratica è diventata la mascotte della squadra. Quando finisco le partite tante volte mi metto a fare l'inno con lui, così anche lui festeggia con noi».

Nicola ha 31 anni, è di Vicenza dove ha giocato con S. Lazzaro Serenissima, Leodari e Maddalene e da quattro stagioni veste il neroverde: «Conoscevo Stefano Bari, con cui avevo giocato assieme e che oggi è il nostro massaggiatore. Venendo qua sapevo che avrei ritrovato altri ragazzi che avevano giocato con me a San Lazzaro». Di ruolo fa la seconda punta e finora è sempre riuscito ad andare in doppia cifra tranne nel campionato 2017/18: «Quello non è stato proprio un grande anno per me perché dopo poche gare sono andato a sbattere contro un paletto e mi sono spaccato la rotula, praticamente ho fatto tutta la stagione fuori. Quest'anno all'inizio giocavamo con le tre punte e dovendo fare l'ala che andava e tornava arrivavo meno lucido davanti alla porta. Poi quando si è fatto male Chiarello il mister ha cambiato modulo mettendo un trequartista e solo due punte. Io sono andato molto meglio perché mi sono concentrato solo sulla fase offensiva e così sono arrivati anche i gol. Ne ho fatti molti in fotocopia partendo sul filo del fuorigioco e sfruttando la mia velocità. Poi spesso mi trovo anche nel posto giusto al momento giusto, alla Pippo Inzaghi insomma. Se sono sempre freddo davanti al portiere? Meglio dire "non sempre" altrimenti prendo offese dai miei compagni - ride - che diranno che la mia media-gol è sempre bassa».

Quest'anno Nicola aveva messo in conto che avrebbe potuto essere l'ultimo da calciatore, tra impegni di lavoro (gestisce l'ambito qualità, ambiente e sicurezza in un'azienda di prodotti chimici per l'industria conciaria dopo essersi laureato in Scienze Ambientali con master sulle normative Iso) e la fidanzata Giovanna. Invece il virus che ha sconvolto tutto e tutti gli ha imposto una riflessione: «Contavo proprio di finire in bellezza la mia carriera con un campionato che per noi stava promettendo bene. Invece così ci resta l'amaro in bocca, abbiamo lavorato tanto ed è brutto non arrivare alla conclusione. Per ora non ho ancora deciso il futuro: diciamo che se si fa il salto di categoria sarei curioso di restare per vedere come questo gruppo potrebbe comportarsi in una realtà differente. Ma anche se si resta in Seconda probabilmente rimarrei». Nicola e Giovanna sono una coppia molto appassionata di viaggi e lui ogni inizio campionato si mette d'accordo col mister per sfruttare in tal senso qualche week-end: «Abbiamo girato molte capitali europee, tra tutte Praga mi ha sorpreso tanto. Il prossimo obiettivo è Istanbul, per quando si potrà». La città sospesa tra Occidente e Oriente, come il San Pietro rimasto sospeso tra Seconda e Prima Categoria.