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Prima categoria

Jack Giacomuzzo, il pallone diventa questione di cuore

di Stefano Gobetti
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Giulio Giacomuzzo e la fidanzata Sara. Entrambi giocano a calcio
Giulio Giacomuzzo e la fidanzata Sara. Entrambi giocano a calcio
Giulio Giacomuzzo e la fidanzata Sara. Entrambi giocano a calcio
Giulio Giacomuzzo e la fidanzata Sara. Entrambi giocano a calcio

Per un motivo o per l'altro Jack riesce ad essere sempre sul pezzo. Del nostro giornale s'intende. Che un mese fa parlava della sua laurea magistrale a distanza, l'ottimo 110 in Ingegneria dell'Automazione acquisito davanti al pc di casa sua per i motivi che sappiamo, e che adesso lo coinvolge per il Pallone d'Argento. Il Jack del Sossano Villaga Orgiano è il 24enne Giulio Giacomuzzo. Il soprannome se l'è affibiato lui anche se qualche compagno di squadra lo chiama Rugani per via di una somiglianza con lo juventino. Di certo è uguale il ruolo, difensore centrale: «La candidatura della società mi ha un po' sorpreso - inizia Giulio - perché di solito in questi casi si candidano attaccanti o giocatori tecnicamente forti. E' una cosa che mi fa molto piacere, forse hanno pensato a me perché pur essendo giovane sono quello che da più anni veste questa maglia. Per questo devo anche ringraziare mio papà Alessandro che qualche anno fa è stato anche presidente della società e mi ha sempre incoraggiato a non mollare. Mi piace il mio ruolo, dal punto di vista tecnico dovrei migliorare ma in compenso penso di essere bravo a leggere bene le situazioni in campo. Se vado a colpire sui calci d'angolo? Sì - ridacchia - anche se i compagni mi prendono in giro perché saranno 4-5 anni che non segno. Il colpo di testa mi riesce meglio in fase difensiva». Giulio e la sua famiglia abitano in aperta campagna, appena fuori il minuscolo paese di Toara, sulla strada che conduce a Sossano: «Dal punto di vista logistico non hai di certo tutte le comodità a portata di mano - spiega Giulio - per fare la spesa o andare in farmacia devi prendere la macchina. Fin da bambino sono stato abituato a fare qualche sacrificio perché le scuole le ho fatte a Pilastro. Però non farei cambio con nessun altro posto al mondo. Sono molto legato al mio paese, la gente è molto calorosa e il contatto con il verde e la natura è qualcosa di impagabile. Sono cresciuto qua e penso che mi troverei a disagio a vivere in un ambiente più caotico, inoltre a Toara c'è un campo da calcio dove facciamo la preparazione in estate con la squadra». E poi c'è Sara, la ragazza di Giulio che l'anno scorso gli ha fatto una sorpresa: «Siamo insieme da 5 anni, lei è sempre stata una tipa supersportiva e prima giocava a basket con una squadra di Vicenza. Poi ha smesso per lo studio ma sotto sotto aveva sempre avuto il pallino del calcio, anche se i suoi la sconsigliavano. L'anno scorso è partita una squadra femminile nuova a Villafranca Padovana, poco distante da casa sua. E allora mi ha detto: visto che tutte le domeniche hai il calcio e non ci vediamo, vado a giocare a calcio anch'io e così siamo pari! Quest'anno è stata quasi sempre titolare, l'ho vista qualche volta, fa il terzino. Consigli di tattica? Io ci provo ma dirle cosa fare è difficile - risata - è una molto determinata e testarda». E quindi veniamo alle aspettative per il futuro di Giulio che ha le idee ben chiare: «Visto che ho fatto la tesi con un'azienda di macchine automatiche per l'industria manifatturiera di San Giorgio in Bosco mi piacerebbe continuare in quel settore e probabilmente inizierò a lavorare lì. Però parallelamente a questo vorrei provare ad entrare al dottorato di ricerca, continuando il percorso universitario». E quando Jack mette un obiettivo nel mirino difficilmente fallisce.