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Seconda categoria

Il cuore rossonero che difende il Thiene

di Chiara Ferrante
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Matteo Marzari, 20 anni, difensore del Thiene in azione
Matteo Marzari, 20 anni, difensore del Thiene in azione
Matteo Marzari, 20 anni, difensore del Thiene in azione
Matteo Marzari, 20 anni, difensore del Thiene in azione

 Il calcio è sinonimo di salute e libertà. A pensarlo è Matteo Marzari, difensore del Thiene 1908, candidato al pallone d'Argento. «Questo sport non deve essere rabbia. Devi fissare un obiettivo, ma allo stesso tempo devi dare anche ai compagni qualcosa per migliorare. Non serve arrabbiarsi. Anzi, il calcio deve far star bene con se stessi».Nato il 30 dicembre del Duemila, il giocatore è originario di Cogollo e, fin da piccolissimo, ha corso nel verde terreno di gioco. «La passione c'è da sempre - ricorda -. Già all'età di due anni, andavo a trovare mio nonno Renato che lavorava nel Summania. Finché lui lavorava, io stavo dentro al campo di Piovene». E si può dire che sia partita proprio così la carriera calcistica di Marzari. «Al Summania ho seguito tutto il settore giovanile fino al primo anno di Allievi. Poi ho cominciato a lavorare presto e tra scuola, lavoro e sport non vedevo strada. La squadra, infatti, passò ai regionali e mi sembrava troppo complicato da affrontare. Ma mi sbagliavo».

Da qui la decisione di trasferirsi al Thiene. «Non volevo mollare il calcio. Gli Allievi del Thiene giocavano a livello provinciale e ho continuato con questi colori il mio percorso. Se mi fido della società e mi trovo bene, ci resto». Trascorsa una stagione completa con gli juniores, dopo solo quattro partite giocate nel secondo anno della sua categoria, passa in prima squadra, in Seconda. «Avevo preso quattro giornate di stop. Un momento difficile che però ha dato il via al passaggio. Devo molto a mister Ferraresso che, tre anni fa, mi ha dato la possibilità di esordire».

Ancora minorenne, il giovane si è trovato a dividere lo spogliatoio con compagni più adulti e con maggior esperienza. «La differenza tra juniores e prima squadra si vede. Ma lavorando, ero maturo e pronto».Specializzato in riparazioni d'auto e camion, fin dai tempi della scuola le giornate del rossonero sono intense. «Alle tre del pomeriggio ero già in un'officina dove lavoravo in stage. Ci restavo fino a sera, tornavo in bicicletta verso casa e c'era già il pulmino ad aspettarmi. Rientravo tardi da allenamento e la mattina dopo si ripartiva. Le prime volte è stato difficile ma poi tutto è fattibile se c'è una passione».

Nonostante i sacrifici, è sempre sceso in campo onorando la maglia e la storia del club. Per questo, oggi è candidato a rappresentare il gruppo nell'iniziativa del GdV. «Non è un torneo di calcio dal vivo, ma un torneo con il voto degli altri. Arrivare in fondo sarebbe il top. - prosegue -. Ringrazio la società per avermi nominato: non sapevo nulla, è stata una sorpresa. Penso di essere stato scelto per l'attaccamento alla maglia dimostrato. Avevo tante richieste, ma sono fedele. Con i compagni il rapporto è bellissimo e mi sono sempre trovato bene con gli allenatori. Da Ferraresso a Rinaldi che ha sempre guardato al carattere della persona, fino all'attuale Colombo. Lui mi ha supportato e aiutato anche nel momento in cui avevo pensato di smettere».

Il ricordo più bello? «La partecipazione al torneo città di Vicenza al Menti. La semifinale vinta 4 a 0 contro il Sarcedo e la finale che ci ha visto chiudere al secondo posto. Giocare in questo stadio, poi, è inspiegabile». La corsa in campo prosegue, quindi, verso nuovi obiettivi. «Vincere il campionato. Thiene è casa per me e sarebbe un onore portarla su. Continuo a giocare: per i miei genitori e i miei nonni che mi hanno seguito ovunque sia con pioggia, sole o vento»