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Seconda categoria

Dalle Carbonare, mister numero 1

di Chiara Ferrante
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Un intervento di Dalle Carbonare
Un intervento di Dalle Carbonare
Un intervento di Dalle Carbonare
Un intervento di Dalle Carbonare

«Se un attaccante vive per il gol, un portiere vive per il non gol». A sostenerlo il brasiliano Júlio César, da sempre il preferito di Luca Dalle Carbonare, giovane portiere del Lakota, candidato per la seconda volta al pallone d'argento.«L'Inter è la mia squadra del cuore e ho iniziato a giocare nell'anno del Triplete. Mi sono ispirato all'Acchiappasogni nerazzurro e ai suoi miracoli».

Originario di Salcedo, il calciatore classe '99 sceglie subito il calcio. «La passione è nata all'età di sei anni: giocavo con i vicini davanti al portone di casa - rivela -. Mio padre ha sempre giocato e a me piaceva come sport».Nel 2009, entra così nei pulcini della società di via Perlena, indossando una maglia che non ha più tolto e che tutt'oggi rappresenta. «All'inizio non ero in porta. Da attaccante a difensore, ho passato un po' di ruoli. L'idea di fare il portiere, però, mi ha sempre affascinato: la responsabilità che ha, il tuffo. Il mister del tempo, Fabio Zorzo, ha visto che anche in partitella sceglievo di stare tra i pali e che mi piaceva di più parare rispetto a realizzare un gol. Mi ha chiesto di provare e ho accettato». 

Inizia perciò la carriera del nerazzurro, portando avanti la tradizione di famiglia.«Claudio Dalle Carbonare, il fratello di mio nonno, era portiere e ha giocato anche in serie C nel Crotone. Lo stesso ruolo è stato scelto, poi, anche da mio zio e da mio papà. Lui però mi ha consigliato di scegliere bene: il ruolo è difficile e l'insidia è dietro l'angolo». Nell'ultimo anno Allievi, infatti, la voglia di intraprendere una nuova strada. «Stavo per smettere, mi sembrava la solita routine - continua -. Volevo fare l'arbitro. Ho diretto qualche amichevole e i match Esordienti del club. Ho ricevuto la chiamata dalla sezione di Schio, ma alla fine ho deciso di continuare a giocare: mi mancava il gruppo».

Con l'umiltà che lo contraddistingue, Luca Dalle Carbonare prosegue quindi il percorso nel settore giovanile e ancora minorenne debutta in prima squadra, in Seconda. «Ho esordito contro il Malo poi, la stagione seguente, sono partito da titolare alla prima giornata nel derby con il Lugo e ho parato un rigore. In squadra eravamo in tre portieri: condividevo i pali con Luca Marchiori e Denis Moro. Nelle amichevoli estive giocavano loro. Non mi sarei mai aspettato di iniziare da titolare: allenandomi insieme sono cresciuto».

Nella stessa stagione, la sua porta rimane inviolata per 433 minuti. «Sono stati anni belli e i tifosi si sono legati: che emozione sentirli esultare per una parata come per un gol. Io non mi vedo così forte, ma in tanti mi dicono "Per fortuna ci sei tu". Resto umile: appena ti monti la testa crolla tutto».

E anche per questo ha dimostrato un forte attaccamento al suo gruppo. «Ho avuto l'opportunità di cambiare categoria, ma riflettendo con mister Garzotto ho capito che è meglio fare un campionato in Seconda da titolare che uno in Prima da secondo». Fare il salto di categoria resta tra i suoi obiettivi, ma vive giorno per giorno. «L'unico sogno è quello di non prendere gol su rigore. Quest'anno su 12 tirati ne ho subiti solo 5. Riesco a intuire e secondo me è più difficile calciare un rigore che pararlo: c'è più pressione».