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Prima categoria

«È un ruolo ingrato, lo so»
Eberle, grinta da numero 1

di Anna Fabrello
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Mattia Eberle, portiere dello Zanè
Mattia Eberle, portiere dello Zanè
Mattia Eberle, portiere dello Zanè
Mattia Eberle, portiere dello Zanè

 «È un ruolo ingrato. Basta esserne consapevoli, saper reagire alle difficoltà, stare sempre lucidi». Un ruolo diverso dagli altri, una piccola squadra nella squadra. Quello del portiere non è un compito facile: se si sbaglia, il prezzo da pagare è spesso molto alto. Il portiere, insomma, è spesso un uomo solo. Ne è consapevole Mattia Eberle, il numero uno dello Zanè, candidato al Pallone d'Argento. Un ragazzo cresciuto a pane e calcio: classe 1995, ha indossato gli scarpini da calcio giovanissimo, a 4 anni. «Ho iniziato a Malo, dove ho trascorso i miei primi 8 anni di calcio - ha spiegato - poi sono passato a Marano. Qui sono stato notato da un procuratore che a 17 anni mi ha proposto di andare al Renate. È stata un'esperienza bellissima, ho trascorso del tempo distante dalla famiglia, che mi ha permesso di crescere, sia calcisticamente che personalmente». Un anno, quello a Renate, che è stato per Mattia Eberle il più significativo della sua carriera sportiva e gli ha dato modo di essere a contatto con il mondo professionistico: «Mi allenavo con la prima squadra, in Serie C, poi al sabato andavo con la Berretti. Con l'allenatore c'è stato subito un buon rapporto. Mi ha dato molto e mi ha aiutato ad integrarmi con squadra e compagni». Poi il ritorno nel Vicentino, dove Mattia Eberle ha vestito le maglie di Sarcedo, Fara, Rozzampia, oggi Zanè, con cui prima della sosta stava disputando un ottimo campionato da protagonista. Il pallone, quindi, ha avuto un ruolo centrale nella vita del portiere dello Zanè: «Per me il calcio è fondamentale. Non è solamente un gioco - ha spiegato l'estremo difensore - ma è uno sfogo, una passione. Significa sacrificio, tristezza, ma anche tanta gioia e, soprattutto nel mio ruolo di portiere, concentrazione, per poter dare il meglio nel risultato finale». E il Pallone d'Oro? «Voglio ringraziare la società dello Zanè per la candidatura - ha continuato Mattia Eberle - ma soprattutto per la fiducia che mi ha dato anche quest'anno e per avermi dato la possibilità di giocare con una squadra così importante. È una grande emozione per cui ringrazio anche tutti i miei compagni di squadra e ai dirigenti che mi sostengono in ogni momento». Zanè che fino al momento della pausa dovuta a questo maledetto virus, si stava giocando il primato nel girone C di Prima categoria, nell'affascinante lotta con Monteviale, Le Torri Bertesina e Pedemontana. «La scelta di fermare il campionato per il Covid-19 per me è una decisione giusta - ha commentato il portieredella compagine altovicentina - perché la salute viene prima di tutto ma spero di poter riprendere e concludere al meglio questa stagione. In questo tempo trascorso a casa, mi alleno spesso per farmi trovare pronto nel caso si possa ricominciare ad allenarsi in campo». Di questi tempi però l'ipotesi più probabile sembra la sospensione dei campionati con la promozione per la prima della classe. «Se questo campionato si concludesse così e come ho sentito dire da tanti giornali - ha concluso Mattia Eberle - che le prime squadre andrebbero direttamente su, questo secondo me non sarebbe giusto perché si potrebbe dare la possibilità di disputare i playoff o i playout per far salire le squadre che meritano e scendere quelle che meritano di meno, in base ai sacrifici e all'anno trascorso».