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Vicenza

«Ciao Giancarlo»
In mille in Duomo
per l'addio a Salvi

Le maglie del Lanerossi e della Samp per salutare Giancarlo Salvi. COLORFOTO
Le maglie del Lanerossi e della Samp per salutare Giancarlo Salvi. COLORFOTO
L'ultimo saluto a Giancarlo Salvi

VICENZA. La maglia del Lanerossi e quella della Samp. Per il saluto al campo della vita c'erano entrambe ad accompagnare l'addio a Giancarlo Salvi, «che dicevano corresse poco ma faceva viaggiare la palla come solo lui sapeva con quel piedino destro». Così l'aveva ricordato Mario Guidetti, compagno in quel Real Vicenza assieme a Carrera, Briaschi, Faloppa, Cerilli, Filippi, Galli, Lelj, ieri schierati in Duomo per l'ultimo saluto all'ex centrocampista biancorosso.

 

Pablito e Mantovani. Commosso e difficile è stato l'addio di Paolo Rossi ed Enrico Mantovani, figlio di Paolo ex presidente della Samp. Pablito affida le parole a una poesia di Henry Scott Holland, "Cos'è la morte?". Toccante anche il ricordo delle figlie Monica e Cristina: «Le domeniche allo stadio e quelle a camminare nei boschi a raccogliere i funghi, i bagni nei torrenti e i viaggi in macchina ad ascoltare buona musica. Non dimenticherò mai la fortuna di poterti stringere la mano fino all'ultimo dei tuoi respiri. Per noi hai vinto comunque, sei il nostro campione, fai buon viaggio».

 

Striscioni. Non è rimasto un posto vuoto, questa mattina, in Duomo. C'erano i compagni del Lanerossi, ma anche gli ex presidenti Miola e Pigato, il magazziniere Gaiola, l'ex dg Rizzato e poi Maraschi, Manfredonia, Toto Rondon, Savino, Fortunato, Rosseti, Gemo, Montani, Verza, Rosi e Boni. Ad attendere il feretro fuori dalla chiesa anche due striscioni: quello esposto sabato dalla Sud «un grande capitano» e quello degli ultras doriani.

Giulia Guglielmi