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lutto nel calcio

Morto Gianluca Vialli, aveva 58 anni. «Campione in campo e nella vita»

L'ex attaccante di Sampdoria, Juventus e Chelsea si è spento a Londra dopo aver combattuto contro un tumore al pancreas.
Addio a Gianluca Vialli

Nuovo grave lutto nel calcio. È morto Gianluca Vialli. L’ex attaccante di Sampdoria e Juventus e capodelegazione della Nazionale azzurra aveva 58 anni e da cinque anni lottava contro un tumore al pancreas. Vialli si è spento in una clinica di Londra dove era ricoverato.

 

Il messaggio della famiglia di Vialli

La famiglia di Vialli ha confermato la morte dell’ex campione con una nota. «Con incommensurabile tristezza annunciamo la scomparsa di Gianluca Vialli - fanno sapere -. Circondato dalla sua famiglia è spirato la notte scorsa dopo cinque anni di malattia  affrontata con coraggio e dignità. Ringraziamo i tanti che l’hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori».

E' morto Gianluca Vialli

 

La lunga lotta contro la malattia

Simbolo della favola Samp, ultimo capitano della Juventus ad alzare al cielo la Champions, quell’abbraccio col gemello Mancini sul prato di Wembley a chiudere un cerchio lungo quasi trent’anni. Basterebbero anche queste tre istantanee per riassumere Gianluca Vialli: quell’indesiderato compagno di viaggio se l’è portato via ad appena 58 anni essendo nato il 9 luglio 1964. È stata una lotta lunga e sofferta, sin da quella prima diagnosi ricevuta nel 2017: tumore al pancreas. Un male che Vialli non nasconde, anzi, ne parla pubblicamente, spiegando che «con il cancro non ci sto facendo una battaglia perché non credo che sarei in grado di vincerla, è un avversario molto più forte di me - aveva raccontato - Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, però non posso farci niente. È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni perché ci sono ancora molte cose che voglio fare». Ma il cancro non si è stancato. Che la situazione fosse peggiorata lo si era intuito lo scorso 14 dicembre, quando Vialli annunciava di  essere costretto a lasciare temporaneamente il suo ruolo di capo delegazione della Nazionale. «Al termine di una lunga e difficoltosa "trattativa" con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri. L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi».

 

Sampdoria, Juventus, Chelsea e quell'abbraccio con Mancini

alla In quel ruolo lo aveva voluto fortemente il ct Roberto Mancini, amico di una vita. Un rapporto iniziato alla Samp, dove Paolo Mantovani lo porta nel 1984 dalla Cremonese, strappandolo alle big. Nato ala, presto Vialli si trasforma in un centravanti completo: ha tecnica, forza, velocità, fiuto del gol, le sue acrobazie gli varranno il soprannome Stradivialli, copyright Brera. E quella Samp farà meraviglie: sotto la guida di Boskov, in un mix di talento ed esperienza, i "gemelli del gol" Vialli e Mancini portano i blucerchiati a vincere tre coppe Italia, una Coppa delle Coppe e soprattutto uno storico scudetto. La finale di Wembley in Coppa dei Campioni persa contro il Barcellona nel ’92 la pagina più dolorosa, anche perché l’ultima gara in maglia Samp prima del passaggio alla Juve. I primi anni in bianconero sono difficili, poi con l’arrivo di Lippi la svolta: arriva prima uno scudetto atteso dai tempi di Platini e poi, nel ’96, la Champions che Vialli alza verso il cielo di Roma da capitano, quasi ripagandolo della beffa di quattro anni prima.

Poi l’Inghilterra, pioniere del calcio che verrà, dove si toglie altre soddisfazioni al Chelsea, sia in campo che nella veste di allenatore-giocatore vincendo una Coppa di Lega, una FA Cup, una Coppa delle Coppe (dopo aver eliminato in semifinale il Vicenza di Guidolin) e una Supercoppa Europea. Ci sarà spazio per un’ultima esperienza da tecnico nel Watford di Elton John prima di intraprendere un altro percorso da opinionista tv.

Poi la comparsa del male, la chiamata del Mancio che lo vuole al suo fianco, la splendida cavalcata degli azzurri agli Europei del 2021 terminata in quel lungo abbraccio a Wembley, che li ripaga entrambi non solo della delusione in maglia blucerchiata ma anche di una carriera in Nazionale che aveva riservato loro più dolori che gioie. Quel suo farsi da parte si sperava fosse solo un arrivederci, in attesa magari di un gol in rovesciata che mandasse definitivamente al tappeto il suo male. Ma così non è stato e il calcio italiano è costretto a piangere l’ennesimo campione che va via troppo presto. 

 

 

Un minuto di silenzio sui campi di calcio

Il calcio piange Gianluca Vialli e la Figc per ricordarlo «ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana». 

 

Il cordoglio del mondo del calcio

«Ciao Gianluca»: la Juventus saluta così Gianluca Vialli. Sui social, il club bianconero ha voluto omaggiare l'ex bianconero postando una foto dell'ex calciatore che alza al cielo la Champions League, dopo la vittoria nella finalissima del maggio 1996 contro l'Ajax. «Resterai un esempio indelebile della nostra essenza, Luca Vialli», scrive su Twitter la Cremonese. Un cuore infranto e un semplice «Ciao Luca» il ricordo della Sampdoria appena appresa la notizia della scomparsa di Vialli. Poi il club blucerchiato ha pubblicato una "lettera" dedicata al suo ex bomber: «Ti ricorderemo ragazzo e centravanti implacabile, perché gli eroi son tutti giovani e belli e tu, da quell’estate 1984, sei stato il nostro eroe». «Ciao Gianluca. Avversario leale, campione da ammirare in campo e nella vita», il Genoa su Twitter. «Mancherai a moltissimi. Una leggenda per noi e per tutto il calcio. Riposa in pace, Gianluca Vialli». l'omaggio del Chelsea all'ex attaccante e manager dei Blues. Arrivato a Londra nell’estate 1996, dopo la vittoria della Champions League con la Juventus, Vialli ha disputato 87 partite con la maglia del Chelsea (segnando 40 gol e vincendo la Coppa d’Inghilterra), tra il 1996 e il 1999, prima di diventarne anche manager nel biennio 1998-2000, trionfando in Coppa di Lega e nella SuperCoppa Uefa. «Gianluca Vialli è stato un grande uomo di sport, in campo e fuori. Nel giorno della sua scomparsa, ci stringiamo a tutti i suoi cari», il tweet del Milan. «Un campione in campo e nella vita: Gianluca Vialli è stato un nobile avversario e un esempio di coraggio. Il nostro cordoglio va alla famiglia e agli amici di Gianluca», il ricordo dell'Inter. «Un campione nello sport e nella vita... Un combattente, tenace e caparbio, anche nella malattia… Fai buon viaggio, Gianluca»; anche l’Atalanta, dai propri profili ufficiali web, ha ricordato Gianluca Vialli. L’ha fatto pubblicando il fermo immagine di un’intervista in occasione della visita del 15 marzo di 5 anni fa in sede dell’ex calciatore e dirigente azzurro. «Nostro Capitano. Mio Capitano. Sempre. Ciao Luca», scrive su Instagram  Alessandro Del Piero, ex compagno di squadra alla Juventus di Gianluca Vialli. Del Piero pubblica una foto in cui esulta dopo un  gol di Vialli sulle spalle del centravanti che indossa la fascia di capitano con la maglia bianconera. «Quello che ha fatto per la maglia azzurra non sarà mai dimenticato», il ricordo del presidente della  Figc, Gabriele Gravina

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