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Ciclismo in lutto

Morto Imerio Massignan, l'"Angelo del Gavia"

Il ciclista vicentino aveva 87 anni. È considerato uno dei più grandi scalatori della storia
A sinistra Imerio Massignan, originario di Valmarana, 87 anni; a destra le lacrime dopo il Gavia nel Giro d'Italia del 1960
A sinistra Imerio Massignan, originario di Valmarana, 87 anni; a destra le lacrime dopo il Gavia nel Giro d'Italia del 1960
A sinistra Imerio Massignan, originario di Valmarana, 87 anni; a destra le lacrime dopo il Gavia nel Giro d'Italia del 1960
A sinistra Imerio Massignan, originario di Valmarana, 87 anni; a destra le lacrime dopo il Gavia nel Giro d'Italia del 1960

Lutto nel mondo del ciclismo, proprio nel giorno in cui parte il Giro d'Italia. È morto nella notte all'ospedale di Novi Ligure, Imerio Massignan. Il ciclista vicentino aveva compiuto 87 anni lo scorso 2 gennaio. Si era trasferito nella terra di Fausto Coppi a fine carriera e viveva da tempo a Silvano d'Orba (Alessandria). Professionista dal 1959 al 1970, è considerato uno dei più grandi scalatori della storia del Giro. 

Da "Gambasecca" a "Angelo del Gavia"

Quella di Imerio Massignan è la storia di un eroe senza gloria, ricordato più per ciò che ha perso che per ciò che ha vinto. Nato a Valmarana (frazione di Altavilla Vicentina) nel 1937, era un eccelso scalatore. Tullio Campagnolo, l'inventore del cambio moderno, lo volle al Giro. Nel '59 finì quinto in classifica. L'edizione dei grandi rimpianti fu quella dell'anno dopo: sul Gavia staccò tutti, anche il mitico Charly Gaul, in vetta era maglia rosa virtuale ma mise in fila una serie incredibile di forature e vide compromessa sia la vittoria di una tappa monumentale, sia la possibilità di salire sul podio finale di quel Giro, che concluse al quarto posto. Dall'ingeneroso "Gambasecca", il suo soprannome divenne "L'angelo del Gavia". Nel 1962 giunse secondo in classifica dietro a Balmamion, entrambi non vinsero neppure una tappa (ne vinse una invece Antonio Bailetti, classe '37, da Bosco di Nanto, che replicò l'anno dopo a Milano). Nel magro palmarès di Imerio Massignan brilla una tappa epica al Tour de France del '62, ma il Giro d'Italia, la sua corsa, non ha mai concesso di alzare le braccia al cielo ad uno dei più talentuosi scalatori che abbiano calcato le sue strade. 

Massignan e quell'ultima intervista al GdV

Poco più di due mesi fa, sulle pagine del nostro quotidiano, l'ultima intervista nella quale Massignan aveva ripercorso così quell'epica giornata sul Gavia, rimasta nella storia del ciclismo. «Quella del Gavia è stata la tappa più bella e la più triste allo stesso tempo. Ero stato sempre davanti a tutti fino in cima. Nella discesa sono stato lasciato solo dalla Legnano. E, come a Courmayeur, a un passo dalla vittoria, c'è stato Gaul. All'arrivo ho pianto ma ero diventato l'eroe del Gavia. Oggi al passo vendono ancora la cartolina col "Passaggio di Massignan" tra montagne di neve».

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Il ricordo: «Era un eroe umile»

«Era un eroe umile - ricorda il sindaco di Silvano d'Orba, Giuseppe Coco - che ha saputo affrontare la vita a testa alta, nonostante le ricchezze non lo abbiano mai sfiorato. Non ha corso mai per i soldi, ma per far vedere le proprie qualità, soprattutto morali». Una volta cessata l'attività agonistica ha lavorato come pavimentista, ritagliandosi però sempre un po' di tempo per la bicicletta. «Ha saputo adattarsi a ogni situazione della vita, diventando per tutta la nostra comunità un grande riferimento di etica e morale», aggiunge Coco. Dopo la morte della moglie, Bice, viveva in paese con il figlio Raffaello. Lascia anche la figlia Alessia, un fratello e una sorella. I funerali saranno celebrati martedì 7 maggio nella parrocchiale di Silvano. 

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