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L'anno che verrà

Ceccon e i sogni: «Odio barriere e diseguaglianze. Troppi i poveri»

Thomas Ceccon mostra le due medaglie vinte a Tokyo
Thomas Ceccon mostra le due medaglie vinte a Tokyo
Thomas Ceccon mostra le due medaglie vinte a Tokyo
Thomas Ceccon mostra le due medaglie vinte a Tokyo

Una bracciata dietro l’altra, a pelo d’acqua, ha portato Vicenza a livelli impensabili. Thomas Ceccon, a soli vent’anni, è lo sportivo dell’anno. Il 2021 ha regalato al nuotatore di Schio la prima Olimpiade, il 2022 gli riserverà senz’altro nuovi successi in vasca e nella vita. È tempo di un ultimo tuffo in acqua, prima di salutare definitivamente l’anno della consacrazione.

Ceccon, come descriverebbe il suo 2021 con un aggettivo?
Le emozioni sono state tantissime, un aggettivo non basterebbe. Sicuramente è stato l’anno della consacrazione per me, l’ingresso nel mondo dei grandi. In qualche modo ho urlato a tutti che posso competere a livelli molto alti nel mio sport

Come si spiega quest’esplosione?
A dire il vero è un exploit, il mio, che parte da un po’ più lontano e mi piacerebbe parlare anche del 2020 perché è lì che ho messo il turbo. Avevo due obiettivi da centrare: la maturità e l’Olimpiade. Avevo deciso di lasciare la scuola per concentrarmi sul nuoto, per fortuna col Covid sono riuscito a conseguire il diploma di maturità, perché una volta lasciata la scuola che frequentavo prima, mi sono iscritto in un istituto di Salerno, dove in tre mesi ho avuto la possibilità di studiare e diplomarmi, nell’indirizzo elettronico. Seguivo le lezioni a distanza e avercela fatta è stato motivo di grande orgoglio. Se non fossi riuscito a diplomarmi e nemmeno a disputare la mia prima Olimpiade, l’avrei presa malissimo.

Il 2021 ci ha mostrato un giovane ragazzo già molto maturo. Merito delle vittorie?
Negli ultimi mesi, grazie anche al mio allenatore Alberto Burlina, ho sistemato un paio di cose. Prima ero molto più discontinuo, mentre nel 2021 sono riuscito a dare sempre continuità, non ho mai frenato. E poi le vittorie, i record, mi hanno dato una consapevolezza sempre maggiore. Per me è stato un anno di crescita a tutti i livelli. Ora sono un atleta che nel dorso figura tra i primi quattro al mondo e nello stile sono tra i primi dieci.

Il momento in assoluto più felice?
La conquista della medaglia d’argento nella staffetta alle Olimpiadi. I miei primi Giochi sono stati un sogno ad occhi aperti. Al momento della premiazione mi veniva da piangere tanto ero felice, mi sono passati davanti i miei vent’anni. Ho pensato, dopo le gare, che non fosse da tutti conquistare due medaglie alla mia età, nell’evento sportivo che tutti gli atleti sognano di vivere da protagonisti quando sono bambini. Ho pensato a tutti i sacrifici fatti e capito che ne era valsa la pena.

Qual è stato il suo portafortuna in un anno ricco di successi?
Non ne ho per scelta. Mi sono sempre fidato di me stesso e in alcuni momenti mi ha aiutato il mio voler tornare ragazzino

In che senso?
A Tokyo avevo due gare nel giro di mezz’ora e avrei dovuto fare una delle due. Quando ero piccolino e già nuotavo, le gare erano tutte ravvicinate, perciò ho voluto semplicemente replicare quel che già facevo e sapevo fare. Avevo il colpo in canna, mi ha colpito la semplicità con cui sono riuscito a portare a termine due prove.

Il 2021 le ha mai riservato momenti di sofferenza?
Sì, prima dei Giochi. Eravamo al collegiale preolimpico, sempre in Giappone, a due ore da Tokyo, e alloggiavamo in un posto che non era granchè. Le camere erano davvero piccole ed era molto umido. Per quindici giorni ho sofferto tantissimo, stavo male, ero tutto il giorno stanco e volevo quasi scappare.

Il Covid ha condizionato molto lo sport. Secondo lei com’è stata gestita l’emergenza?
Tutto sommato bene. Anche quando è stato chiuso tutto, non mi è pesato. Io sono stato tra i pochi in Italia a potersi allenare e la partita più difficile è stata allenarsi senza “obiettivi”. Alle 7.30 del mattino ero in acqua e pensavo che il giorno dopo magari avrebbero annullato un sacco di appuntamenti. Allenarsi con questo stress emotivo è stato pesante.

È favorevole al vaccino?
Sì, ovviamente l’ho fatto subito. Farò anche la quinta o sesta dose se servirà. Non capisco i no vax sinceramente. In piscina l’emergenza Covid è sempre stata gestita bene ma io sono uno particolarmente prudente, porto sempre la mascherina

Cos’altro l’ha emozionata nel 2021?
L’atletica. Ero a Casa Italia quando Tamberi e Jacobs hanno vinto l’oro. Anch’io ho partecipato alla festa.

Cosa pensa dello ius soli sportivo?
Sono d’accordo con Malagò, non riconoscerlo è sciocco.

Cosa si aspetta dal 2022?
Disputerò gli Europei, che saranno a Roma, e i Mondiali, e punterò soprattutto alla medaglia iridata.

Al di fuori del nuoto?
L’Università è nei miei piani, ma non quest’anno. Al momento il mio mondo è prevalentemente il nuoto, punto tutto su questo senza precludermi però altre strade per il futuro. Ho capito che studiare è importante.

Se potesse cambiare qualcosa nel mondo?
Cercherei di ridurre la forbice della diversità, ci sono troppi poveri. E poi mi concentrerei sull’impatto climatico. Il riscaldamento globale del pianeta mi fa paura.

E nel suo paese?
Mi sforzerei per abbattere tutte le barriere per i disabili. Ho visto un documentario che mi ha scioccato. Ce ne sono ancora troppe e credo che il mondo sia di tutti, non solo di chi è fortunato e sta bene.

Quale sarà il suo primo libro del 2022?
Forse qualcosa di Freud. Leggo spesso libri di psicologia e filosofia. Dipende un po’ dal momento.

Tra i buoni propositi?
Vorrei riuscire ad andare a letto prima, perché al mattino mi sveglio presto e sono stanco. Il nuoto è uno sport che ti spreme tantissimo. Io durante le mie giornate non faccio molto altro se non nuotare, riposarmi e alimentarmi con attenzione. Ogni eccesso, ovviamente, è bandito.

Ha rimpianti legati all’anno che sta per concludersi?
Nessuno, perché mi è andato tutto dritto. Non ho lasciato nulla per strada.

Si annoia mai quando nuota?
Eccome. Spesso penso che sia faticoso, mi sveglio pensando che non ho voglia di scendere in vasca. Ma poi quando entro in acqua comincia la magia, è amore ed odio. Conosco parecchi ragazzi, nuotatori ad alto livello, che si allenano da anni senza ottenere le soddisfazioni che meritano. Provo grande ammirazione per ognuno di loro, perché nello sport la motivazione è tutto. Se non avessi avuto risultati importanti finora, non frequenterei ancora la piscina.

Come trascorrerà l’ultimo dell’anno?
Con pochi amici, nuotatori come me. Non amo fare le cose in grande, ma mi piace approfittare dei momenti di festa per stare con le persone care. Tra queste, anche i miei familiari: mio fratello, mia mamma e mio papà. Sono i miei primi tifosi, per seguirmi in tv si sono sempre svegliati a notte fonda. A loro devo tutto, e non solo per questo.

Marta Benedetti

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