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Vicenza in Festival

Venditti ricorda Pablito e il suo gran concerto manda in gol le emozioni

Antonello Venditti sul palco di piazza dei Signori a Vicenza (Colorfoto)
Antonello Venditti sul palco di piazza dei Signori a Vicenza (Colorfoto)
Antonello Venditti in concerto (Colorfoto)

C'è un cuore che batte, nel cuore di Vicenza. Un grande cuore biancorosso, nel ricordo di Paolo Rossi. Lo aveva anticipato e promesso Antonello Venditti, prima ancora di affacciarsi in piazza dei Signori con i suoi occhiali fumé, il suo pianoforte, i suoi musicisti, per la tappa berica dell' "Unplugged special 2021". Due ore e mezza di vibrazioni ed emozioni in acustico che sembrano fatte apposta per questo palcoscenico informale e spontaneo, leggero e spensierato come l'aria tiepida delle ultime sere d'estate.

Lo aveva promesso e dunque eccolo lì, c'è anche lui, il "ragazzo come noi". Indissolubilmente legato a "Giulio Cesare", ma anche a "Che fantastica storia è la vita", Pablito si manifesta fin dall'apertura del concerto organizzato da DuePunti eventi e dal Comune, in quello che è il secondo appuntamento di Vicenza in Festival. Ma prima ancora di intonare quella canzone entrata nell'immaginario collettivo che scatena l'ovazione della platea (pur narrando anticamente di un altro Paolo), è proprio l'artista a sganciare la rivelazione-bomba: «L'anno prossimo ricorderemo Paolo con un grande concerto, in piazza dei Signori o allo stadio, magari assieme a De Gregori, vero sindaco?» sorride Venditti incontrando Francesco Rucco e l'assessore Silvio Giovine poco prima dell'esibizione. Più probabile in piazza, «la piazza è il cuore di tutto», ricorda Venditti.

E lì, assieme all'artista e al calciatore, ci siamo anche tutti noi, spettatori-fan di ogni età: madri, figlie, nonni, nipoti, nati o cresciuti con il cantautore romano in grado di mettere, in musica e parole, cinquant'anni di storia italiana. Le battaglie civili - ed ecco "Bomba o non bomba", "Compagno di scuola" - o le corrispondenze di amorosi sensi - ed ecco "Alta marea", "Sara", "Dimmelo tu cos'è". Nella scaletta selezionata per il live vicentino, conclusione perfetta per la giornata della Festa dei Oto, trovano posto quelle che sono le colonne sonore portanti della nostra vita.

Alle 21, puntuali, si parte, «dove eravamo rimasti?», domanda Venditti al suo pubblico. Alle nostalgie di "Nata sotto il segno dei pesci", ouverture applauditissima, seguono la potenza di "Bomba o non bomba" («abbiamo predetto politici come Renzi», ironizza il cantante), la tenerezza di "Sara", il romanzo-raggae di "Piero e Cinzia", con tanto di aneddoto della vicenda che lo ispirò. E siccome «le canzoni sono vostre, non di chi le fa», assicura Venditti, "Roma capoccia" appartiene anche a Vicenza. Canta e si racconta Venditti, parla del divorzio da Simona Izzo, dell'eutanasia, di vaccini («appena possibile farò la terza dose»), del rapporto con Lucio Dalla ("Ci vorrebbe un amico" nacque con lui).

C'è spazio persino per un siparietto con i fan -"sul palco traditi e traditori", prequel per il trittico dell'amore :"Dalla pelle al cuore", "Unica", "Amici mai". Ed è tutto un crescendo di note e ricordi, ma l'esplosione, emotiva, non può che coincidere con "Notte prima degli esami": come avremmo trascorso le ore prima della maturità se non l'avessimo avuta? C'era bisogno forse di questo, "di musica e fotografia", per ricordare, in una piazza dei Signori capace di scatenarsi al ritmo di "Benvenuti in paradiso" e "In questo mondo di ladri", "Che fantastica storia è la vita".

Giulia Armeni

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