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Olimpiadi, Rebellin positivo al doping
«Sono pulito, non ho preso nulla»

Il corridore nega: «Dimostrerò la mia innocenza». Il team Diquigiovanni lo sospende dall'attività agonistica: «Squadra estranea, siamo sconcertati e increduli».


 Davide Rebellin bacia la medaglia d'argento di Seul
Davide Rebellin bacia la medaglia d'argento di Seul

 Davide Rebellin bacia la medaglia d'argento di Seul
Davide Rebellin bacia la medaglia d'argento di Seul

Una settimana fa sugli scudi, per il trionfo, il terzo, nella Freccia Vallone, una classicissima del nord. Oggi l'onta del doping, che macchia la medaglia d'argento conquistata ai Giochi di Pechino 2008. Davide Rebellin, vicino ai 38 anni (li compirà il prossimo 9 agosto), uno degli ultimi eroi del ciclismo italiano, chiuderà la carriera con una macchia indelebile: quella di avere fatto uso di sostanze dopanti. Secondo i nuovi test disposti dal Cio, che ne ha comunicato il risultato al Coni, ha assunto il famigerato Cera (attivatore continuo dei recettori dell'eritropoiesi), ovvero il doping di quarta generazione, lo stesso che ha tradito anche Riccardo Riccò, astro nascente del ciclismo italiano, al Tour dell'anno scorso e poi anche il vicentino Emanuele Sella.

«Sono tranquillo con la mia coscienza, non ho preso nulla». Così Davide Rebellin, al Tg2, commenta la notizia della sua positività durante le ultime Olimpiadi. «Voglio solo dire -ha aggiunto - che vado avanti con tutte le mie forze per dimostrare la mia estraneità e la mia innocenza rispetto a queste accuse».

Quel 9 agosto 2008, alle Olimpiadi, dopo oltre 6 ore di gara con 30 gradi di temperatura e un'umidità vicina al 90 per cento, Rebellin era stato costretto ad aspettare 3 ore e 15' per poter fare la pipì necessaria all'analisi dei commissari del Cio. Da allora sono passati quasi 9 mesi e ieri è stato comunicato che il corridore vicentino è risultato positivo. Al termine di quella gara, nella quale si era piazzato secondo alle spalle dello spagnolo Samuel Sanchez, Rebellin aveva dichiarato: «Questa è la vittoria del ciclismo pulito» con chiaro riferimento ai fatti che avevano sconvolto l'estate italiana (positività di Riccò e Sella su tutti).

Il team Diquigiovanni-Androni ha intanto sospeso ufficialmente Rebellin dall’attività agonistica: la ho comunicato la formazione diretta da Gianni Savio. «Il provvedimento è coerente con la nostra linea di assoluto rigore contro il doping ed è momentaneamente valido nell’attesa del responso delle controanalisi», si legge nella nota diffusa dalla Diquigiovanni. Il comunicato prosegue con alcune considerazioni sulla figura di Rebellin, vincitore mercoledì scorso della sua terza Freccia Vallone. «Premessa la totale estraneità della nostra squadra dalla presunta positività di Davide - prosegue la note - in quanto l’atleta nella passata stagione militava nella Gerolsteiner, restiamo sconcertati e increduli: speriamo che le controanalisi possano dare ragione al corridore che si dichiara innocente». «Ce lo auguriamo veramente, perchè in questo inizio stagione abbiamo avuto modo di apprezzare le doti non solo sportive, ma anche morali di Rebellin», conclude il comunicato.

«Ho sentito Davide al telefono, lui è amareggiato ma nello stesso tempo nega ogni addebito. E mi assicura che quanto successo non può essere vero». È quanto dichiara Lino Diquigiovanni, imprenditore di Brogliano nel settore dei serramenti, patron della "Diquigiovanni-Androni Giocattoli", la squadra con la quale Davide Rebellin corre dall’inizio di quest’anno. «Davide mi ripete che è tutto a posto - aggiunge Diquigiovanni - e io gli credo, perchè lui, assieme a Roberto Baggio, è un atleta che ho seguito sin dall’inizio della carriera e al quale voglio bene come un figlio. Anch’io sono sconcertato, chiedo solo che venga fatta maggiore chiarezza e capire un pò di più». «È una magra consolazione - aggiunge il patron del team ciclistico - sapere che Rebellin corre con noi da inizio anno e quindi che nel 2008 correva con un’altra squadra. La verità è che sulla serietà del ragazzo io metto la mano sul fuoco, soprattutto per quanto visto quest’anno. Lui ha vinto delle gare importanti a livello internazionale e tutti i risultati antidoping sono risultati negativi, quindi sono successi assolutamente legittimi».

Quest'anno Rebellin avrebbe dovuto gareggiare al fianco di Gilberto Simoni, con obiettivi ambiziosi. Intanto aveva già messo le mani, per la terza volta in carriera, sulla Freccia Vallone, eguagliando due campioni del calibro di Argentin e Merckx, ma soprattutto spezzando il digiuno dell'Italbici, che in questa stagione non era ancora riuscita a centrare un successo un una classica del Nord.

A Davide Rebellin verranno adesso ritirati titoli, medaglie, vittorie importanti, verrà inflitta una squalifica, gli verrà tolta la possibilità di prendere parte al Giro d'Italia del Centenario (che scatterà il prossimo 9 maggio dal Lido di Venezia): gli verrà insomma impedito di chiudere normalmente una carriera eccezionale. Per lui è questa l'amarezza più grande, per i suoi innumerevoli tifosi una mazzata.

I COMMENTI. «Prima di parlare, aspetterei di avere delle certezze. Personalmente, non so niente di questa vicenda». È il commento dell'ex campione Francesco Moser. «Non so che dire, mi dispiace», commenta Gianni Bugno «È una persona che ho sempre stimato. Aveva vinto ultimamente la Freccia Vallone, finendo poi terzo alla Liegi... Non so che dire, se non che mi dispiace».«A me sembra impossibile - dice Davide Cassani - che qualcuno, in agosto, sia stato trovato col Cera, visti i tanti che erano già stati presi... Sembra incredibile, sono senza parole».

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