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L'ANALISI

«Pedemontana Veneta, un mese per l’innesto in A4». La usa il 95% delle imprese

Lo studio di Unioncamere “monetizza” i benefici sociali e di minori incidenti: «Genera 5,8 miliardi di indotto»
L’uscita al casello di Montecchio Sud della Pedemontana, nel dicembre scorso è stato aperto il tratto di collegamento con Malo
L’uscita al casello di Montecchio Sud della Pedemontana, nel dicembre scorso è stato aperto il tratto di collegamento con Malo
L’uscita al casello di Montecchio Sud della Pedemontana, nel dicembre scorso è stato aperto il tratto di collegamento con Malo
L’uscita al casello di Montecchio Sud della Pedemontana, nel dicembre scorso è stato aperto il tratto di collegamento con Malo

La Pedemontana veneta sta per decollare. «Siamo già a quota 50 mila veicoli al giorno». L’estate scorsa si viaggiava attorno a poco più di 30 mila. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, a Verona per LetExpo, la fiera della logistica, nell’ambito dell’incontro dedicato alla Spv a cui ha partecipato anche il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini.

Ed è Zaia ad annunciare le ultime tappe della maxi infrastruttura: «A fine aprile l’apertura dell’interconnessione con l’A4». Vuol dire, per capirci, che da Bassano per andare a Milano o Venezia si resterà sempre in autostrada, senza bisogno di uscire a Montecchio e poi rientrare in autostrada come succede ora. «E poi, a fine giugno, sarà pronto anche il nuovo casello A4 di Montecchio Maggiore».

Il ministro Salvini, che ad ogni importante apertura di tratto funzionale ha sempre voluto essere presente, lo dice con convinzione: «La Spv è una grande opera che sarà molto utile. Fra poco andrà implementata, come succede ora con la quarta corsia sulla Milano Venezia: è già stretta».

Ma la domanda che è stata posta durante il dibattito dedicato alla nuova infrastruttura a cui hanno partecipato, tra gli altri, Mario Pozza, presidente delle Camere di Commercio di Treviso e Belluno, la bassanese Paola Carron, vicepresidente di Confindustria Veneto Est, Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Veneto, Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente Anci Veneto, è: cosa sarebbe diventato il Veneto se avesse avuto una struttura così vent’anni fa? Sì, perché è stato detto più volte che «la competitività delle aziende vicentine e venete finiva appena fuori dal cancello». E adesso che la Pedemontana è quasi completamente operativa l’assetto sociale ed economico del Veneto sta già cambiando. 

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La percezione delle imprese

Lo conferma lo studio presentato da Antonello Fontanili, direttore Uniontrasporti voluto da Unioncamere Veneto sugli effetti della superstrada. «I più immediati sono la riduzione dei tempi di spostamento e un aumento della sicurezza con una riduzione dello stress da traffico per i minori ritardi e un aumento degli accessi stradali alle aree pedemontane e una maggiore connessione». Non solo. Oltre 240 imprese sono state contattate per una prima indagine tra luglio e agosto 2023. Risultato? Il 95% ha dichiarato di utilizzare la Spv, per il 78% ha un impatto importante e positivo per il proprio business. Per il 60% però l’attuale costo della Spv non compensa i benefici, per il 40% sì.

Costi e impatti

Fontanili poi ha spiegato di aver effettuato sofisticate valutazioni riuscendo a “monetizzare” l’impatto dell’opera. Semplificando, se si mettono insieme le spese di realizzazione dell’opera, di manutenzione, con quelle sostenute dagli utenti, cioè i pedaggi, e i costi ambientali dalla fase di cantiere in poi, è stato calcolato che la Spv ha un costo totale, in 25 anni, pari a 4,2 miliardi di euro. Se si quantificano anche i risparmi in termini di tempo guadagnato, consumi evitati, maggiore sicurezza, e anche di nuovi lavoratori l’impatto è di 5,8 miliardi di euro.

«Cioè per ogni milione di euro investito il Veneto ottiene un ritorno economico, sociale ed ambientale di 1,4 milioni di euro», spiega l’esperto. In particolare: «Ci sono studi che analizzano i costi sociali di un incidente stradale, un ferito o un morto. Ebbene, considerate poi le statistiche venete sugli incidenti, si possono stimare meno perdite di vita e feriti (proprio per gli effetti di alleggerimento del traffico e più sicurezza) per 65 milioni di euro annui risparmiati». E ancora. «Senza la Spv il sistema Veneto perderebbe almeno 200 milioni di euro all’anno (5 miliardi in 25 anni) al netto della fuga delle imprese e la scarsa attrattività».

Sfide e pedaggi

Se per Pozza «le Olimpiadi rappresentano il vero e primo stress test della Pedemontana», per Conte è già una vittoria: «Abbiamo sfatato il tabù secondo cui una nuova infrastruttura porta inquinamento: Spv è stata realizzata limitando l’impatto ambientale e con la conseguenza di ridurre le emissioni».

Lo scoglio delle tariffe alte? Finché non si andrà a regime, non c’è modo di ridurre i pedaggi, ha ribadito Zaia. Ecco l’idea che si sta facendo strada nell’azienda di Carron: introdurre il pagamento dell’abbonamento ai dipendenti pendolari della Spv come benefit. Intanto, a pagare da marzo è la Regione. A marzo è iniziata a decorrere la concessione di 39 anni con Sis. Il contratto prevede che palazzo Balbi versi il canone (154 milioni di euro annuali), ma incassi i pedaggi. 

Cristina Giacomuzzo

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