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L'indagine di Cisl Vicenza

I lavoratori giudicano il territorio. «Bene l’economia, meno i servizi»

Le opportunità di occupazione ci sono, ma deludono sanità, mobilità, iniziative culturali e attenzione per l’ambiente

Qual è la percezione che i lavoratori berici hanno di Vicenza? O meglio, si può definire quella vicentina una provincia attrattiva? La risposta, arrivata attraverso la nuova indagine del Centro Studi Cisl Vicenza, è duplice: il giudizio generale sulle opportunità lavorative e sulla qualità di vita offerte dal territorio è piuttosto positivo, ma andando nel dettaglio le valutazioni si fanno più critiche su specifiche tematiche quali sanità, sostenibilità ambientale, trasporti e mobilità, opportunità culturali e ricreative. 

Un questionario sottoposto a oltre 1100 lavoratori

A fronte di queste considerazioni, emerse da un questionario sottoposto ad un campione di oltre 1.100 lavoratori vicentini nei primi mesi del 2024, è inoltre apparso come più del 54% degli intervistati consiglierebbe ad un figlio o a un amico di trasferirsi all’estero per cercare occupazione (non specificando però se per un’esperienza a breve o lungo termine). Viceversa, consiglierebbe di trasferirsi in provincia di Vicenza per cercare lavoro circa il 45% del campione, contro un 14% di contrari e un 41% di valutazioni neutrali; i più giovani sono anche i più critici rispetto a questa possibilità, mentre i giudizi più favorevoli si hanno nella fascia d'età tra i 35 e i 54 anni, rispettivamente 43% e 46%. 

Una provincia lavorativamente attraente per il 42%

Una provincia, dicevamo, sulla quale il giudizio generale dei lavoratori sulle opportunità e qualità di vita offerte è di “abbastanza o molto attraente” per il 42%, mentre i pareri sfavorevoli si attestano al 19% (“poco attraente” per il 16%, “per nulla attraente” per il 3%.), con un 39% che valutano il territorio berico “mediamente attraente”. 
Approfondendo l’analisi emerge che la valutazione più positiva è da parte di uomini di età più matura. A essere più critici sono soprattutto i ragazzi: il giudizio è negativo per il 33% del campione tra i 15 e i 24 anni, contro circa il 19% tra i 45 e i 64 anni, per poi risalire al 25% tra gli over 65. Viceversa, a esprimere un giudizio più favorevole sono soprattutto i lavoratori tra i 35 e i 44 anni con circa il 48%, contro il 33% tra i 15 e i 24 anni. «I dati dimostrano come la nostra provincia abbia smesso di essere attrattiva, per intervenire occorre capire le ragioni di questo fenomeno - spiega Raffaele Consiglio, segretario generale provinciale di Cisl Vicenza - Abbiamo bisogno che lavoratori di altri territori scelgano il Vicentino».

Le critiche aumentano sui problemi specifici

Ritornando all’indagine Cisl, le valutazioni si fanno più critiche quando ci s’inoltra in tematiche specifiche: sulla sostenibilità ambientale esprime un giudizio negativo il 43% del campione, contro un 19% di valutazioni positive (mentre il 38% esprime un giudizio neutro); sulle opportunità cultuali e ricreative è critico il 47%, contro un 19% di pareri positivi e il 34% di giudizi neutrali; sulla sanità valutazione negativa per il 42% contro il 22% di pareri favorevoli e il 36% di giudizi neutrali; mentre su trasporti e mobilità il giudizio negativo è pari al 53% del campione, contro un 16% di valutazioni positive e un 31% di giudizi né positivi, né negativi. Le opportunità di lavoro risultano la dimensione valutata in modo più benevolo, ma anche qui i giudizi negativi superano i positivi: 36% contro 30%, con un ulteriore 34% di valori neutrali. 
«Emerge il quadro di un territorio giudicato ancora interessante dai lavoratori vicentini, ma soprattutto per le opportunità professionali, meno per altre dimensioni che oggi hanno una crescente rilevanza - chiude Consiglio - Chiediamo alle istituzioni locali di affrontare il tema dell’attrattività tenendo in considerazione che il nostro futuro dipende dalla capacità di essere attrattivi, per riuscire a trattenere i giovani vicentini e allo stesso tempo intercettare i lavoratori disposti a trasferirsi. È l’unica possibilità per arginare gli effetti del calo demografico che tutti conosciamo».

 

Sara Marangon

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