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Un'azienda vicentina

Gli scarti dell'alta moda diventano grembiuli rock

La Siggi di San Vito di Leguzzano ripropone la collezione pensata per l'Horeca. Roberta Marta: «Recuperati oltre 9 mila metri di tessuti pregiati»

Si chiamano Rolling Stones, Oasis, Doors, Queen, AC/DC, U2 e sono i nomi dei sei nuovi grembiuli della collezione Rock_Le Band che Siggi riproporrà la prossima primavera in un progetto che coniuga circolarità e uno stile accattivante pensato in particolare per il settore Horeca (hotel, ristorazione e catering). In questo modo sono stati recuperati oltre 9 mila metri di tessuti pregiati valorizzando risorse tessili scartate dalle aziende della moda. Si tratta di una collezione in edizione limitata ma -come spiega Roberta Marta, responsabile marketing e componente del cda dell'azienda di famiglia che da oltre 50 anni produce abbigliamento professionale - allo stesso tempo parte di un progetto di circolarità destinato a continuare.

Come è nata la collezione?
Attraverso la nostra attività di Ricerca e sviluppo siamo venuti in contatto con Maeba International, grossista italiano che commercializza tessuti ritirando eccedenze e rimanenze di aziende di alta moda che sarebbero finite in inceneritori o discariche. È stata necessaria una ricerca e una selezione sui materiali più adatti, i colori e gli abbinamenti. Alla fine abbiamo rilanciato la proposta per il 2024 impiegando 3 mila metri di tessuto in più rispetto alla collezione precedente.

Un progetto che proseguirete?
Se si rinnoverà il successo sicuramente. Lo scorso anno abbiamo ottenuto un buon riscontro e quest'anno abbiamo migliorato la proposta passando da 5 mila a 8 mila grembiuli disponibili proprio per andare incontro alle esigenze della clientela che di fronte a una collezione limitata è preoccupata di non poter riassortire il prodotto; Ma il progetto il prossimo autunno si espanderà anche ad altri prodotti del settore Horeca, oltre i grembiuli.

La collezione fa parte del progetto Vitae, quali sono le altre iniziative?
Vitae è acronimo che riunisce valori, ispirazione, tenacia, ambiente ed etica, un progetto ampio che tocca i vari aspetti Esg della sostenibilità: ambientale, sociale e di governance e ispirato agli obiettivi dell'Agenda 2030. Le iniziative sono varie, dalla selezione dei materiali che compongono il packaging, al progetto dell'apiario in azienda il cui miele viene donato ai dipendenti, dall'iniziativa didattica che raggiunge mille classi in Italia con la distribuzione di kit educativi sulla sostenibilità. Sottolineerei il nuovo progetto di riuso creativo, in collaborazione con la cooperativa Insieme e un nostro cliente, per ricavare oggetti da divise dismesse, senza dimenticare i "Greenbiulini" in cotone bio e poliestere riciclato.

La sostenibilità è legata a interventi sui processi di produzione e all'uso di materiali con il più basso impatto possibile. Come vi state muovendo su questo fronte?
Siamo certificati Iso 14001, abbiamo installato un impianto fotovoltaico e lavorato sulla riduzione degli sprechi di carta e della plastica mettendo a disposizione dei dipendenti distributori di acqua e borracce. Tutte le linee dell'horeca, del beauty e del medicale sono certificate Oeko-Tex prive di sostanze tossiche per la persona e l'ambiente.

Abbinare fibre diverse non è problematico per il riciclo?
Non possiamo cambiare materiale per questo tipo di prodotto, deve avere certe caratteristiche. Possiamo però fare le cose meglio. Ecco allora la scelta del cotone biologico per ridurre l'impatto ambientale a monte della produzione, e del poliestere che è comunque ottenuto da materiale riciclato.Per contrastare il greenwashing e per una moda sostenibile entro il 2030 l'Europa ha previsto diversi obblighi, dalla tracciabilità di filiera al passaporto digitale di prodotto.

Che ne pensa?
La finalità è positiva, ma le aziende devono avere strumenti certi da utilizzare e non devono necessariamente essere appesantite da costi ancora oggi eccessivi.

Cinzia Zuccon

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