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Dopo Giannino se ne va anche
il navigatore. Morto Crosara

VALDAGNO. Marco Crosara era il secondo di Giannino Marzotto nelle sfide a 200 all'ora nelle Mille Miglia.
Marco Crosara, navigatore di Giannino Marzotto nelle sfide vittoriose alle Mille Miglia
Marco Crosara, navigatore di Giannino Marzotto nelle sfide vittoriose alle Mille Miglia
Marco Crosara, navigatore di Giannino Marzotto nelle sfide vittoriose alle Mille Miglia
Marco Crosara, navigatore di Giannino Marzotto nelle sfide vittoriose alle Mille Miglia

VALDAGNO. Se n'è andato pochi giorni dopo il compagno di tante sfide, lasciandogli l'onore di essere ancora il primo. Marco Crosara, coequipier di Giannino Marzotto, è morto all'ospedale di Valdagno. Aveva 85 anni.
S'erano conosciuti giovanissimi, quando entrambi portavano i pantaloncini corti, ed erano cresciuti insieme condividendo prima la passione per i giochi, poi l'amore per l'avventura. Amici d'infanzia, ne combinavano di tutti i colori nel giardino di casa Marzotto, arrampicandosi sugli alberi e rubando, durante la guerra, le pistole ai tedeschi. Andavano a spasso, a caccia, a divertirsi condividendo le sane "mattane" di una gioventù spensierata, legati anche nello studio. Entrambi si laurearono in giurisprudenza anche se non esercitarono mai la professione. Giannino fu ben presto inserito da papà Gaetano nei posti di comando delle aziende di famiglia. Marco ne seguì le orme, avviando a sua volta un'attività industriale.
L'amicizia e la stima reciproca li portò ad affrontare, con la sana pazzia dei vent'anni, le corse automobilistiche.
Giannino al volante, Crosara al suo fianco. Insieme disputarono e vinsero la Mille Miglia del 1950 e del 1953 con la Ferrari.
Marzotto, in gara, parlava poco, concentrato com'era sulla strada e sul "canto" del motore. Marco lo assecondava, tacendo o rivolgendogli di rado la parola. I tecnici della Ferrari, prima del via, gli affidavano un foglietto con le note salienti del percorso e le caratteristiche della macchina. Crosara lo ripiegava in quattro e lo buttava via. Temeva che la lettura di quelle note potesse distraere il suo pilota.
Come facesse a restare calmo e impassibile mentre Giannino affrontava i 1600 chilometri della Brescia-Brescia con giro di boa a Roma, a tutto gas, rimane un mistero. I due s'intendevano con un'occhiata. Istintivo, guascone, coraggioso ma mai temerario, Giannino aveva in Marco l'alter ego, l'amico che senza fargli trapelare nulla aveva fatto in modo di fissare, alla vigilia della Mille Miglia del 1953, un incontro con Enzo Ferrari per riappacificare l'industriale di Valdagno con il costruttore di bolidi di Maranello.  Crosara lavorò con l'abilità di un diplomatico di lungo corso e il risultato fu la Ferrari 12 cilindri di 4100 cc che il "drake" mise a disposizione del "conte" corrente. Era stata guidata qualche tempo prima da Villoresi al Giro di Sicilia. Con pochi, precisi, ritocchi, si rivelò ancora vincente.
L'unico servizio che Giannino chiedeva a Marco durante le gare era di accendergli una sigaretta in prossimità dei controlli orari.
Marco provvedeva quando alle postazioni dei cronometristi mancavano poche centinaia di metri. Così Giannino poteva passare davanti al tavolo degli orologi con la sigaretta tra le labbra, palesando una calma olimpica che spiazzava tutti.
Crosara era però vigile e attento e sapeva come riprendere il compagno quando s'accorgeva che qualcosa non girava per il verso giusto. Con tempi, carte e tabelle di marcia s'intendeva alla perfezione.
I due hanno continuato a frequentarsi anche dopo aver smesso di correre.
Delle Mille Miglia e delle altre gare affrontate insieme non ne parlavano mai.
"La sola cosa che desidera Marco – spiegò un giorno Giannino Marzotto – è non rievocare il passato e parlare di corse. Non gliene importa nulla".
Erano fatti così: due tipi speciali nati per stare insieme.
Roberto Cristiano Baggio

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