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Vicenza

Il Comune tergiversa, il Tar lo punisce: «Abbattete la villetta abusiva»

È stato palazzo Trissino a valutare l’inutilità della casa di Bertesina da anni diventata di proprietà pubblica

Il Tar del Veneto si è nuovamente pronunciato sulla villetta abusiva di strada Ospedaletto 164 a Bertesina, di proprietà di Nicola Naclerio e Tiziana Brogliato. E nuovamente ha chiesto al Comune di abbatterla: non ci sono motivi affinché non sia stato ancora fatto. Il nuovo ricorso era stato presentato da Marika Caterina Rigon e Beniamino Raschietti, rappresentati dall’avvocato Dario Meneguzzo, contro il Comune di Vicenza (avvocati Loretta Checchinato e Ferruccio Lembo).

La richiesta di abbattimento accolta dal Tar

In particolare, in questo nuovo capitolo giudiziario, i ricorrenti si proponevano di far eseguire al Comune la sentenza del Tar del 2021 che sostanzialmente aveva già chiesto al Comune di demolire il manufatto abusivo ma l’idea era anche quella di dichiarare inefficace la nota del Comune “36027 del 2021” nella parte in cui “non ordina la demolizione coatta del manufatto, un tempo di proprietà Naclerio-Brogliato e, ora, di proprietà comunale”. Insomma, secondo i ricorrenti, il provvedimento dell’amministrazione tendeva a prendere ulteriore tempo in una vicenda giudiziaria che si trascina da molti anni. Il Tar ha spiegato che “L’azione di annullamento merita accoglimento” e che “Il provvedimento impugnato, immediatamente lesivo perché avente contenuto sostanzialmente soprassessorio e finalità dilatorie, è viziato da violazione di legge e, dunque, illegittimo perché contrastante” di almeno un paio di articoli di legge anche perché “Nel caso di specie, avendo il Comune espressamente dichiarato che non sussistono i presupposti per mantenere in vita (e sottrarre alla demolizione) il fabbricato di strada dell’Ospedaletto, non residuano apprezzabili ragioni per non procedere alla demolizione coatta dell’immobile abusivo per cui è causa”.

La villetta di 600 metri quadrati dovrà essere abbattuta

In definitiva, il Tar accoglie la richiesta dei coniugi proponenti e quindi mette il Comune davanti a una sola scelta: buttare giù la villetta da 600 metri quadrati oltre a obbligare palazzo Trissino a rifondere 2 mila euro di spese di lite. L’assessore L’assessore all’edilizia privata, Cristina Balbi, spiega: «Ne abbiamo parlato in commissione perché la vicenda si è sviluppata nell’arco della scorsa amministrazione. C’è stato un passaggio anche in Consiglio comunale per verificare se ci fosse l’utilità pubblica del manufatto e l’assemblea si è già espressa. Quest’ultima sentenza è un corollario di quelle principali. Si erano attaccati a una nota che prendeva ancora tempo rispetto alla demolizione. Il Tar ha detto che le sentenze sono eseguibili immediatamente e ha ordinato di andare avanti. Prendiamo atto. È stato compiuto tutto il percorso, anche quello giudiziario. So che ci sono dei fondi già stanziati per iniziare la demolizione, circa 40 mila euro, ma che non so se siano sufficienti per terminarla. Non so perché non sia stata iniziata ed è una vicenda che avrebbe dovuto essere conclusa».

Premesso che, come detto, la vicenda sulla villetta costruita nell’area tutelata dalla presenza di villa Ca’ Latina prosegue da poco meno di un decennio, dopo questa ulteriore sentenza del Tar, l’assessorato ai lavori pubblici dovrebbe provvedere in tempi relativamente brevi alla demolizione.

Karl Zilliken

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