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VICENZA

Ruspe in Fiera, addio al padiglione della “chiocciola”

Partito il maxi intervento di Ieg da 60 milioni per realizzare un nuovo spazio entro la primavera del 2026
Sono in corso i lavori per arrivare all’abbattimento della “chiocciola”
Sono in corso i lavori per arrivare all’abbattimento della “chiocciola”
Sono in corso i lavori per arrivare all’abbattimento della “chiocciola”
Sono in corso i lavori per arrivare all’abbattimento della “chiocciola”

Il padiglione più piccolo, il 5, di circa mille metri quadri, è già stato abbattuto ed entro il 5 luglio è prevista anche la demolizione del 2, il più caratteristico, altrimenti noto come la “chiocciola”. Tappe che portano a guardare dritti alla primavera del 2026, quando al posto di queste strutture in Fiera sorgerà il nuovo padiglione da 22 mila metri quadri. Il tutto con un investimento di 60 milioni in capo a Italian Exhibition Group.

Via alle demolizioni

«Dopo la consegna ufficiale dell’area del cantiere dello scorso 12 febbraio all’impresa aggiudicatrice della gara indetta da Ieg per la demolizione - spiega l’architetto Mario Vescovo, direttore della sede vicentina di Ieg, nonché direttore operation - sono in dirittura di arrivo le operazioni di bonifica ambientale per dare il via alla successiva demolizione del padiglione 2. È invece già stato completato nei giorni scorsi lo smantellamento del padiglione 5».

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Il cronoprogramma

Secondo il cronoprogramma l’opera di abbattimento dei vecchi padiglioni «sarà conclusa entro i prossimi quattro mesi - si precisa nella nota - anche con la rimozione delle fondazioni, per preparare i terreni alla nuova costruzione sulla medesima impronta del nuovo edificio». Si parla di una struttura da circa 22 mila metri quadri, disegnata dallo Studio Gmp di Amburgo, che si svilupperà su due livelli e sarà dotata di tutti i servizi, compresi bar e ristorante. Il nuovo edificio avrà una copertura a capriata rovesciata, per ottimizzare l’illuminazione naturale.

Le azioni propedeutiche

La demolizione ha richiesto alcune azioni propedeutiche, ossia «lo svuotamento di tutta la parte impiantistica - riepiloga Vescovo - e la selezione dei diversi materiali, per inviarli nelle opportune sedi di destinazione per lo smaltimento o il recupero». Archiviata questa fase - detta “strip out” - è partita un’altra attività, «che è in corso d’opera e che riguarda la rimozione dei materiali che la normativa prevede di trattare come pericolosi, ad esempio materiali utilizzati per isolamento».

Procedimento che dovrebbe terminare «entro la fine di aprile», indica il direttore. Da qui, si aprirà la fase più d’impatto, per gli appassionati di cantieri e per i nostalgici, ossia l’entrata in azione dei macchinari «per la demolizione vera e propria del fabbricato», ossia della “chiocciola”. Le macerie saranno poi trasportare e recuperate negli impianti di lavorazione. Il cemento di questa tipologia viene utilizzato in genere per fare «i sottofondi stradali, quindi sarà trattato e poi riutilizzato». Tutto questo si dovrebbe completare per il 5 luglio. Entrerà poi l’impresa di costruzioni «che nel cuore della fiera dovrà realizzare il fabbricato entro la primavera del 2026».

E nel frattempo?

«A settembre - sottolinea Vescovo - abbiamo la prossima edizione di Vicenza Oro con una serie di espositori che alloggiavano nel padiglione 2 e 5 che dobbiamo riposizionare». Da qui la realizzazione di tre tendostrutture adiacenti ai padiglioni fieristici. L’installazione inizierà «alla fine di aprile e successivamente verranno montati gli allestimenti, per essere pronti a settembre a ospitare i nostri clienti, che sono stati tutti protetti con questa operazione. È stato un grande sforzo che abbiamo fatto per garantire la continuità a tutte le aziende che ci stanno seguendo da tanti anni». 

Alessia Zorzan

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