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Il direttore vicentino

Museo Egizio, Greco schiva il fuoco sovranista di Torino e viene confermato

L'assessore piemontese di FdI Marrone critica la guida del vicentino, ma il cda museale lo blinda. Lo studioso: «Mi occupo dell'antico, non di politica»

Nessuno tocchi Christian Greco. È una levata di scudi corale quella a cui, da ieri, si sta assistendo in difesa del direttore del Museo Egizio di Torino. Una corazzata bipartisan, che mira a "puntellare" proprio il ruolo dell'egittologo vicentino, alla guida dell'istituzione culturale torinese dal 2014. Ruolo messo in discussione dall'assessore regionale piemontese al welfare Maurizio Marrone, di Fratelli d'Italia, che in un'intervista al Corriere della Sera, a precisa domanda (confermerebbe Greco per un secondo mandato alla direzione del Museo Egizio?) ha risposto con un cristallino «no», spiegando che il vicentino «ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate».

La stoccata del fedelissimo di Meloni è parsa una vendetta a freddo

Apriti cielo. Sia perché, come ribadito da più parti, non spetta all'assessorato regionale la designazione dei vertici museali, sia perché la stoccata del fedelissimo di Giorgia Meloni è parsa una vendetta servita fredda. Molto fredda. Che tra Greco e il partito della premier non vi fosse sintonia lo si sapeva da qualche anno. Era il 2018 quando il direttore del museo fu protagonista di una vivace polemica con Meloni su alcune agevolazioni per i visitatori di lingua araba. Oggi, come allora, lo scontro si ripete.

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Per parte sua, l'egittologo risponde con la consueta serenità: «Non faccio politica, mi dedico all'antico e non alla contemporaneità. Sono un egittologo e lo rimarrò anche se dovessi andare a servire cappuccini in un bar di Porta Nuova - è la replica a distanza di Greco - Oggi abbiamo una squadra di 70 persone, un museo che scava in Egitto, stiamo lavorando per il bicentenario. Il direttore può essere utile, ma non è indispensabile, l'istituzione va avanti».

Il Museo ribadisce la fiducia a Greco

Un'istituzione che, nelle ore successive alla querelle, si è espressa attraverso il consiglio di amministrazione della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, confermando «totale fiducia e il più sentito ringraziamento per il suo straordinario lavoro» al direttore. «Grazie al suo operato - scrive il cda - il nostro museo è diventato un'eccellenza mondiale, con due importanti operazioni di trasformazione strutturale, oltre 90 collaborazioni con i maggiori atenei e istituzioni museali al mondo, attività di ricerca ai massimi livelli, sostenibilità ambientale e finanziaria, oltre a politiche di inclusione e importanti ricadute economiche per l'area cittadina e non solo».

La difesa del senatore Zanettin

Parole di stima che fungono anche da sigillo di garanzia al mandato di Greco: «In base all'articolo 9 del nostro statuto - conclude il cda - la nomina e revoca del direttore spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione». A fare quadrato attorno a Greco è il senatore vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin: «Sarebbe un errore sostituirlo, è un direttore brillante, che ha fatto crescere il museo e che anche a Vicenza ha dato molto, la sua professionalità è riconosciuta ovunque».

L'ex sindaca di Torino e oggi deputata grillina Chiara Appendino ha annunciato un'interrogazione al ministro della cultura Sangiuliano, mentre l'assessora alla cultura torinese, Rosanna Purchia, parla di «dichiarazioni a titolo personale di Marrone». Idem l'assessora regionale alla cultura Vittoria Poggio, secondo cui «Christian Greco è un manager di grande competenza e valore».

Giulia Armeni

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