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La testimonianza

«Mia madre uccisa dall'ex. Lui non accettava la fine della loro storia»

Il racconto di Gianluca De Giorgio, figlio di Monica De Rossi, assassinata nel 2016 a Poiana di Granfion da Davide Tomasi
Gianluca De Giorgio, figlio di Monica De Rossi, ha lanciato un messaggio al termine del corteo contro la violenza sulle donne
Gianluca De Giorgio, figlio di Monica De Rossi, ha lanciato un messaggio al termine del corteo contro la violenza sulle donne
Violenza sulle donne, la testimonianza di Gianluca De Giorgio (ARMENI)

«Quello che troppo spesso non si sa è che il dolore vero comincia dopo, quando i riflettori e le telecamere si spengono: è in quel momento che ci si rende conto di ciò che è successo e si realizza che la persona amata non c'è più». E nel caso di Gianluca De Giorgio, 23 anni, di Grisignano, la persona amata era - ed è - la più importante della sua vita: la mamma Monica De Rossi, assassinata dall'ex partner Davide Tomasi il 4 aprile del 2016.

Monica De Rossi uccisa dall'ex

Una data impressa nel cuore del ragazzo come una stimmate, perché, da quel giorno, nulla è stato più come prima. Per lui, per il fratello e per la sorella, che si sono visti strappare la madre Monica in modo così feroce e brutale. Monica che aveva 47 anni, faceva l'agente immobiliare e, da donna libera, aveva deciso di porre fine ad una breve relazione con quello che sarebbe diventato il suo omicida, Tomasi appunto (condannato a trent'anni per omicidio volontario pluriaggravato). Quel 4 aprile 2016, lui l'aveva convocata con la scusa di visionare una villetta a Poiana di Granfion e lì l'aveva pugnalata a morte. Il motivo? Qualche giorno prima l'aveva vista in compagnia di un altro. Una vicenda dolorosa, che Gianluca (che all'epoca dei fatti aveva appena 16 anni) ha voluto condividere con il mare di donne e di uomini presenti ieri sera in piazza dei Signori per la fiaccolata per Giulia Cecchettin e le donne vittime di violenza.

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La testimonianza del figlio Gianluca

La rivelazione, alla fine della lettura di una lettera di Elena Cecchettin, quella in cui si dice - tra le altre cose - che «il femminicidio è un omicidio di Stato, un delitto di potere, non un delitto passionale». «Mia mamma è mancata a causa di un uomo - ribadisce Gianluca - Davide Tomasi. Un ex fidanzato, seppur non lo fossero mai stati veramente. Mamma decise che la loro storia non poteva andare avanti, perché semplicemente non era l'uomo della sua vita, non lo amava e glielo disse più e più volte, chiaro e tondo; e in risposta lui ha fatto quello che ha fatto».

Da allora sono trascorsi sette anni. Sette anni in cui la vita di Gianluca e dei suoi fratelli è stata stravolta e ribaltata. «Non auguro a nessuno quello che ci è successo - racconta il ragazzo - tutto cambia all'improvviso, sei costretto a crescere di colpo».

Un'esperienza da cui Gianluca, però, vuole trarre un insegnamento, per sé e per i coetanei: «Filippo Turetta non è un mostro, è un figlio sano del patriarcato e della cultura dello stupro, che va a ledere ogni aspetto della vita della donna, attraverso forme di controllo, episodi di catcalling fino alle conseguenze peggiori, il femminicidio, come accaduto alla mia mamma».

Giulia Armeni

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