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La minaccia web: «Non ci sarà più un Papa»

Le frasi di minaccia sul Papa postate da Samet Imishti sulla pagina Facebook dedicata alla jihad
Le frasi di minaccia sul Papa postate da Samet Imishti sulla pagina Facebook dedicata alla jihad
Le frasi di minaccia sul Papa postate da Samet Imishti sulla pagina Facebook dedicata alla jihad
Le frasi di minaccia sul Papa postate da Samet Imishti sulla pagina Facebook dedicata alla jihad

Altro che Darknet, quella rete internet oscura, parallela e nascosta agli utenti normali dove di trova di tutto. Nel bene, come la lotta a dittature e governi autoritari che censurano il web. Ma molto anche nel male tra droga, armi e pedopornografia. E dove si parlano, reclutano e fanno propaganda i gruppi jihadisti. Il gruppo di kosovari pro Isis bloccati dalla polizia bresciana invece discuteva delle meraviglie della lotta all’Occidente via Facebook. Senza neanche nascondersi tanto.

È là che si trovano i dialoghi tra Samet Imishti e i fan kosovari del Califfato. Quelli sul Papa, Israele, Parigi e «l’Europa che verrà disgregata ed entro cinque anni si formeranno gli stati islamici e ci sarà una legge, quella della Sharia». Le indagini infatti hanno preso il via soprattutto dall’individuazione su Facebook del gruppo «Me ose, pa tu, Hilafeti eshte rikthy» (Con te o senza di te il Califfato è ritornato) al quale Samet Imishti aveva aderito, utilizzandolo per la propaganda verso internauti dei Balcani e residenti in Italia.

Imishti sul Papa scrive più di una volta. In un caso sotto la foto di Bergoglio si legge «E adesso dove andrai?? Ricordatevi che non ci sarà più un Papa dopo questo, questo è l’ultimo. Non dimenticatevi ciò che vi sto dicendo!». Oppure sempre sotto l’immagine di Francesco: «Stai buono racconta la verità che loro verranno in Vaticano».

Sono sempre gli agenti della polizia italiana con l’aiuto della Kosovo police a registrare quegli scambi via internet. Come i proclami pro-jihad: «Vogliamo come legge la Sharia. Solamente allora regnerà la giustizia ed arriverà la tranquillità!». O «Il 2015 è appena iniziato. L’Europa verrà disgregata...». Poi ecco le minacce sempre via Facebook all’ex ambasciatrice Usa in Kosovo Tracy Ann Jacobson: «L’ebrea americana dice che il nuovo Governo combatterà la corruzione... io dico a questa signora che finché loro saranno in Kosovo non esisterà la giustizia... questa miscredente merita la punizione con la sharia».

Il giorno della strage di Parigi ecco pronto Samet Imishti via Facebook: «Parigi a lutto la torre senza le luci 158 morti. Questo è solamente l’inizio. Gli aerei francesi in Siria hanno ucciso più di 47 persone. Oh miscredenti capirete che l’islam non si combatte è inutile i leoni vi hanno lasciato un messaggio e per Allah non dormirete sonni tranquilli ma voi avete scherzato con i loro messaggi ed avete continuato a bombardare ed allora questo è il risultato». E in un altro post: «…Dio distrugga la Francia, oh Signore, che fino a ieri i suoi aerei in Siria non hanno lanciato caramelle…»; «…Allah è grande, se Allah vuole domani altri 1500…».

La polizia scopre anche i contatti via web del gruppo con Lavdrim Muhaxheri, terrorista kosovaro del Daesh: «Andrò da Lavdrim domani...»; «Se Allah vuole tu vai bene per l’azione solamente al fronte, vieni di qua per Bajram, andiamo in paradiso, ci divertiamo fratello, vieni se Allah vuole». Insomma la guerra santa passa sul web. E perfino, hanno scoperto, sulle Playstation. Usate per scambiarsi messaggi on line. E per imparare a fare la guerra virtuale in attesa forse della chiamata al martirio.

Alessandro Mognon

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