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Vicenza

La legge del “boss”
in piazza Matteotti
«Faccio del bene»

Il “boss” di piazza Matteotti mentre aiuta un automobilista a parcheggiare l’automobile nel piazzale
Il “boss” di piazza Matteotti mentre aiuta un automobilista a parcheggiare l’automobile nel piazzale
Vicenza, il "boss" di piazza Matteotti (Gonzato)

Il “boss” di piazza Matteotti dorme sotto il porticato di palazzo Chiericati. Trascorre la giornata facendo il parcheggiatore abusivo, chiedendo soldi agli automobilisti. Di tanto in tanto, si concede una pausa. Si siede su una panchina, scambia qualche parola con i passanti oppure catechizza gli altri stranieri che bazzicano nel parco e sembrano portagli rispetto. Il più delle volte, però, beve un sorso di vino. Sulla sua carta d’identità, alla voce “segni particolari” c’è scritto in penna: «Mi me piase il vin». Quando si accorge che lo stiamo filmando con lo smartphone, El Mehdi El Hadani, marocchino, di 45 anni, non sembra contento e ci viene incontro. D’altronde, stiamo documentano una violazione al regolamento di polizia urbana, che in passato gli è costata una multa.

«FACCIO IL BENE». Inaspettatamente, intuisce subito che siamo giornalisti. «Quando torni al giornale, scrivi che faccio il bene, non il male», esordisce. Secondo la polizia locale, però, la fedina penale dello straniero dice il contrario. Tant’è che il nome del marocchino comparirebbe nella “black list” dei clandestini da espellere. «No, sono pulito», ribatte quando gli chiediamo se sia proprio sicuro di «fare il bene». La polizia si sbaglia dunque? L’immigrato allarga le braccia e fa spallucce. Poi afferma: «Ho lasciato Campo Marzo perché là si spaccia». El Hadani ora vive in piazza Matteotti giorno e notte. Indica due grossi sacchi neri e dice: «Quelle sono le mie coperte. Io dormo là», riferendosi al porticato di palazzo Chiericati.

IL PESTAGGIO. Inutile nascondere il motivo della nostra visita. Gli chiediamo per quale motivo, giovedì scorso, abbia aggredito una ragazza seduta sulla panchina, come testimonia il video girato da un passante. «Perché ha fatto la pipì davanti alla gente», risponde. Anche fosse vero, c’era il bisogno di darle un calcio? «È stato il suo ragazzo. Qui ci sono i turisti, gente di qualità. Non si può pisciare su una panchina». Quindi sei tu a controllare che la gente si comporti bene? «Sì, ma se c’è un lavoro sono a disposizione». Alla domanda se sia in regola con il permesso di soggiorno oppure, come sostiene la polizia locale, sia un clandestino, El Hadani esibisce un carta d’identità rilasciata nel 2009 dal Comune di Vicenza, ma non il permesso di soggiorno. «Sono qui da 22 anni e questa è la mia città», racconta il marocchino. Che dice di aver fatto diversi lavori da quando è in Italia, salvo poi rimanere disoccupato «per colpa della crisi politica». E così si guadagna il pane con i soldi della questua oppure mangia il cibo che gli porta qualche conoscente.

IL COMPARE. El Hadani ci invita a seguirlo alla sua panchina, dove ci mostra un sacchetto pieno di generi alimentari. «Me lo ha appena portato una signora vicentina, perché le do una mano a parcheggiare la macchina. La gente mi vuole bene perché sono tranquillo». Poco dopo si avvicina un secondo straniero con in mano un cartone di vino. A differenza di El Hadani, ha lo sguardo truce. «L’Italia è un Paese di m...», grugnisce. Ci sembra di avere visto anche lui nel video del pestaggio ai danni della ragazza. Sei stato tu a darle un calcio? El Hadani lo zittisce prima che possa rispondere. Iniziano a litigare, poi il marocchino scaraventa lo zaino del conoscente su un’altra panchina gridando «Yalla! Yalla!». Alla fine, il “boss” torna verso di noi e dice: «Ecco, vedi. Lui è tunisino ed è uno di quelli che danno problemi in piazza. Io no. Io, invece, faccio il bene».

Valentino Gonzato

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