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Il passato violento
dello scafista killer
Oggi è scomparso

La guardia costiera salva centinaia di migranti
La guardia costiera salva centinaia di migranti
La guardia costiera salva centinaia di migranti
La guardia costiera salva centinaia di migranti

Tiziana Bronzato

Dove è finito Hilary Nwuka? Da Vicenza risulta al momento sparito: le forze dell’ordine non lo hanno più rintracciato. Dalla scoperta del suo passato di scafista feroce, la foto con la sua faccia sta facendo il giro di tutti gli uffici. Le pattuglie delle volanti e della mobile hanno un ordine: trovarlo. Si controllano le zone dove in passato è stato notato: Campo Marzo, via Dalmazia, perché il nigeriano è qualcosa di più di un uomo violento. Dal 2013 girovaga a Vicenza (anche se ha l’obbligo di non restare in Veneto), spacciandosi per profugo politico, sempre feroce, sprezzante nei confronti della polizia e dei carabinieri. Un piccolo boss ai giardini di fronte alla stazione: colto in flagrante con della droga, più volte fermato, controllato, arrestato. Una “carriera” che era iniziata come scafista. Per questo ora c’è un unico obiettivo per il questore vicario Bruno Cordischi: scovarlo e allontanarlo. «Le persone violente devono andare via: è la nostra priorità», dichiara il vicario della questura. E rimarca più volte il concetto. «Non c’è posto qui per i soggetti violenti».

Il fatto di sapere che uno scafista del suo calibro vive a Vicenza, ha fatto tremare molti, provocando anche sgomento. E confermato, a chi più volte aveva avuto la sensazione di trovarsi di fronte a una persona pericolosa, che aveva avuto la giusta intuizione. In questura si è ricostruito il suo curriculum con i dati forniti dalle questure di Agrigento e Salerno e si è ripercorso il suo viaggio dall’arrivo in Italia a Vicenza. Sino ad oggi nella banca dati della polizia di Vicenza il suo nome, Hilary Nwuka, era legato ad una data di nascita diversa rispetto a quella registrata nel 2011 al momento del suo sbarco a Lampedusa. Allora fu registrato con la data di nascita 8 luglio 1988. A Vicenza figura come nato nel 1987, ma esiste anche una versione di identità con l’anno 1978. Potevano essere due persone con lo stesso nome, ma di diverse età. Non è chiaro se la modifica dei dati sia avvenuto per un errore di registrazione o per falsificazione. Ma comunque è lui: lo provano le impronte digitali.

La prima volta fu arrestato dalla polizia di Agrigento e Caserta con un complice, era il giugno 2011, con l’accusa di essere uno degli scafisti della barca approdata a Lampedusa con 233 immigrati provenienti dalla Libia. A suo carico l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma i sopravvissuti al viaggio raccontarono di episodi di stupri, violenze, di riti voodoo per gettare in mare uomini e donne durante la traversata ad opera degli scafisti, fra cui anche lui, forse addirittura il capo e pilota di quel guscio di legno. Non c’erano prove certe, e poi i fatti erano avvenuti in acque internazionali (fuori dalla giurisdizione italiana). In seguito il nigeriano è arrivato a Vicenza e non si è smentito: il 12 marzo del 2013 viene fermato per furto, 6 giorni dopo finisce nei guai per lesioni, la settimana successiva per possesso di oggetti atti ad offendere, il 30 dicembre del 2013 per false generalità, lesioni a pubblico ufficiale, il 12 maggio 2014 fornisce ancora false generalità, il 2 giugno dell’anno scorso viene arrestato per resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e possesso di droga; il 7 agosto per lesioni e attestazione di false generalità. E c’è una costante: la sua aggressività. Nell’aprile del 2013 ferisce due carabinieri: i militari riporteranno una prognosi di 8 e 10 giorni, lui patteggia 8 mesi di reclusione e viene rimesso in libertà. Nell’aprile dell’anno dopo una nuova condanna a 10 mesi: la polizia lo scopre mentre cerca di disfarsi di 51 grammi di marjiuana e lui reagisce ancora una volta con violenza, e poco tempo dopo finisce in cella per scontare la pena. Ma nel frattempo è tornato alla ribalta delle cronache: in agosto in via Gorizia prende a calci, pugni e morsi 4 agenti. Finisce ancora in procura: oramai è noto non solo alle forze dell’ordine, ma anche ai giudici. Condannato a un anno di reclusione, presenta ricorso in Appello.

La scarcerazione era prevista per il sei agosto prossimo; invece la scorsa settimana durante un controllo in via Dalmazia gli agenti lo trovano: è di nuovo libero. Conoscono il suo temperamento. Lui cerca di provocarli e ad un agente dice: «Io ho fatto guerra, io ti uccido. Io non vado da nessuna parte. Io ho usato pistole più grandi delle tue». Per lui scatta una nuova denuncia per minacce. È questa l’ultima volta in cui viene visto in circolazione.

E adesso dove si trova Hilary Nwuka?

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