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Vicenza

Salva automobilista, il medico "eroe" viene da Panama. «Non trovo lavoro per colpa della burocrazia»

Ruben ha salvato un automobilista in arresto cardiaco: «Vorrei fare il dottore qui, ma le leggi italiane me lo impediscono»

In un periodo storico in cui si registra la fuga dei medici di base, c'è chi, al contrario, smania di poter dedicarsi ai pazienti sul territorio ma non può farlo perché si scontra con la burocrazia. È il caso di Ruben Escobar Castillo, medico chirurgo panamense di 26 anni con tanto di specializzazione in medicina clinica e numerosi riconoscimenti, che sta provando in tutti i modi a coronare il suo sogno. Purtroppo, però, finora non c'è stato nulla da fare.

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Ruben ha salvato un automobilista in arresto cardiaco

È stato Ruben, domenica scorsa, a salvare la vita a un automobilista che aveva accusato un arresto cardiaco mentre guidava sulla bretella dell'Albera. «Ci siamo accorti che era successo qualcosa nella macchina davanti alla nostra», racconta il giovane medico che era in compagnia dell'amico vicentino che sta tentando di aiutarlo a districarsi nel mare magnum della burocrazia italiana. «Senza pensarci, sono sceso prima che la nostra macchina si fermasse, ho attraversato la strada di corsa e sono intervenuto - ricorda -. L'automobilista era blu. Ho cercato di sentire il polso, però, non c'era. Dovevo fare il massaggio cardiaco, ma dovevo stenderlo sull'asfalto. Però era difficile, perché era pesante. Sono arrivate altre tre persone, mi hanno aiutato a stenderlo. Una volta cominciato il massaggio cardiaco, ho visto che il colorito migliorava e ho continuato, aiutato anche dagli altri soccorritori, fino all'arrivo dell'ambulanza».

La telefonata della figlia dell'uomo

Nelle ore successive Ruben ha ricevuto la telefonata della figlia dell'uomo al quale ha salvato la vita: «Sono stato molto felice di sapere che sta recuperando. Mi hanno detto di andare a trovarlo in ospedale e lo farò con molto piacere. Ho fatto solo quello che qualunque altro essere umano avrebbe fatto», sottolinea con un certo in imbarazzo il medico che in questi giorni sta ricevendo numerosi attestati di riconoscenza soprattutto sui social, dove in molti lo hanno definito "un eroe". La felicità per aver strappato alla morte quell'automobilista si mescola però con la frustrazione di non poter riuscire a esaudire il proprio desiderio.

Il sogno di fare il medico in Italia

«A Panama sto bene, ma mi piacerebbe lavorare in Italia, è da tanto tempo che ci penso. Sono molto legato a questo Paese. Qui abitano anche i miei zii, che sono cittadini statunitensi. Io, però, sono un cittadino panamense e la situazione per me è più complicata -sottolinea il medico -. Sono arrivato a dicembre con un visto turistico e ho subito iniziato a informarmi tramite avvocati, centri per l'immigrazione, prefettura. Ho girato molti uffici, speso soldi per capire cosa posso fare. Purtroppo, senza permesso di soggiorno non mi assume nessuno e non posso avere il permesso di soggiorno se non ho un lavoro. Sarei disposto anche a cominciare come badante per poter rimanere in Italia e andare avanti con le procedure per fare poi il medico».

Il problema con il titolo di studio

Dopodiché c'è la questione legata al suo titolo di studio. «Mi hanno spiegato che ci sono due strade perché venga riconosciuta la mia laurea in Italia: tramite università o il ministero - prosegue -. Dovrei rivolgermi al consolato italiano nel mio Paese, pagare per fare tradurre tutta la documentazione. Per entrare in Italia, però, ci vorrebbe una richiesta specifica. Ho pensato al motivo di studio, ma l'iscrizione a un master costa molto. Tramite l'università, invece, mi è stato detto che dovrei ripartire dal secondo anno di medicina. Io, però, mi sono iscritto all'università a 17 anni (a Panama il ciclo di studi superiori termina prima rispetto all'Italia, ndr), ho studiato sei anni, ne ho fatti altri due di specializzazione e lavoro da due anni in ospedale, dove ho fatto di tutto. Tra le varie cose, ho fatto nascere più di cento bambini».

La strada per gli stranieri "altamente qualificati"

Ruben, aiutato dall'amico vicentino, ha dunque provato la strada prevista dall'articolo 27 del Testo unico sull'immigrazione, che disciplina i casi particolari in cui è possibile, per i cittadini extracomunitari altamente specializzati nel proprio campo, ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro al di fuori delle quote che vengono stabilite con il decreto Flussi. Anche questo tentativo, però, si è rivelato un vicolo cieco perché «tra le professioni previste c'è di tutto, tranne i medici». Il visto per turismo di Ruben scade il 17 marzo. «Sono molto triste. Sento che l'Italia è un Paese chiuso per un medico straniero che vuole lavorare qui». E pensare che di medici di base ce ne sarebbe bisogno come il pane. « In un Paese come l'Italia in cui mancano medici, io lo farei», conclude Ruben sconsolato.

Valentino Gonzato

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