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Vicenza

«Ha diffamato
l’infermiera»
Morellato in aula

Una suggestiva immagine di Michela Morellato. ARCHIVIO
Una suggestiva immagine di Michela Morellato. ARCHIVIO
Una suggestiva immagine di Michela Morellato. ARCHIVIO
Una suggestiva immagine di Michela Morellato. ARCHIVIO

La procura, tramite il pubblico ministero Silvia Golin, ha chiuso le indagini, chiedendo il processo nei confronti di Michela Morellato. La soubrette, 29 anni, è accusata di diffamazione per avere «offeso la reputazione» di un’infermiera dell’ospedale San Bortolo. Secondo la procura, la “showgirl”, nota per le sue apparizioni nelle televisioni locali, avrebbe insultato pubblicamente l’infermiera dicendo che non aveva voglia di lavorare, che era una mela marcia, una “mezzacalzetta”, e inoltre di volersi tenere i soldi dell’imputata (di fronte a una diversa cifra di pagamento per la prestazione sanitaria effettuata).

LA STORIA. Tutto inizia la mattina del 2 luglio di un anno fa quando la Morellato si presenta allo sportello del Cup - Centro unico prenotazioni - del San Bortolo per ritirare l’esito di un esame, che però costa più del previsto. Ed è a questo punto che tra la paziente e la dipendente Marzia Mezzalira volano parole grosse. Tanto che la prima estrae il cellulare cominciando a riprendere; e la seconda minaccia di chiamare i carabinieri se la situazione non si normalizza. Appena torna a casa, poi, Morellato decide di postare le immagini della lite sul suo profilo Facebook corredandole con alcuni commenti tutt’altro che “benevoli” nei confronti dell’impiegata. Che a sua volta reagisce presentando una denuncia per diffamazione aggravata dall’utilizzo del web. Esposto che viene depositato alla polizia postale di Vicenza.

L’INCHIESTA. Una volta ricevuta la segnalazione, gli investigatori della postale hanno convocato la soubrette-imprenditrice sequestrandole il telefonino contenente le immagini finite poi in Facebook. Un video che in poche ore era stato tra l’altro commentato da decine di persone. Ma l’indagine della polizia finisce presto anche in procura.

LA DIFESA. «Neghiamo, in maniera ferma, ogni addebito», fa sapere l’avvocato Cesare Dal Maso, legale difensore di Michela Morellato. Una difesa che aveva già sostenuto con estrema decisione la stessa imputata subito dopo il sequestro del suo smartphone da parte della polizia postale: «Non ho diffamato proprio nessuno», sostiene la giovane, che davanti al giudice potrà far valere le sue ragioni.

Matteo Bernardini

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