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Il caso

Audi gialla a fuoco
La caccia riparte
da un mozzicone

Quello che rimane dell’Audi gialla che per giorni ha imperversato sulle strade del Nordest. ANSA
Quello che rimane dell’Audi gialla che per giorni ha imperversato sulle strade del Nordest. ANSA
Quello che rimane dell’Audi gialla che per giorni ha imperversato sulle strade del Nordest. ANSA
Quello che rimane dell’Audi gialla che per giorni ha imperversato sulle strade del Nordest. ANSA

Fine della corsa. La caccia all’auto più ricercata del Nordest si è conclusa ieri notte sull’argine di un torrente a Onè di Fonte, quasi al confine tra le province di Treviso e Vicenza. Su una rampa in aperta campagna i banditi hanno deciso di disfarsi dell’Audi Rs4 gialla che per dieci giorni ha imperversato anche sulle strade del Vicentino, mandando alle fiamme il bolide e con esso, probabilmente, prove importanti per la loro cattura. È stato un muratore residente in zona a udire l’esplosione e a dare l’allarme al 112. All’arrivo dei carabinieri, però, degli occupanti dell’auto non c’era più alcuna traccia, tranne un mozzicone di sigaretta trovato vicino alla carcassa carbonizzata, dal quale ora i carabinieri stanno cercando di risalire al dna di uno dei malviventi.

Dopo una caccia serrata, passata anche per le strade del Vicentino, la vicenda assurta alle cronache nazionali si è interrotta, lontano dagli occhi di testimoni scomodi, dove la supercar è stata data alle fiamme e abbandonata. Dallo scorso 16 gennaio, dopo un tentato furto ad Abano sfociato nel primo incontro con le forze dell’ordine e colpi d’arma da fuoco esplosi in aria, erano state numerose i cittadini che avevano segnalato la presenza dell’auto sulle strade della provincia: a Cassola, San Giacomo di Romano d’Ezzelino, Mussolente, Thiene, Cornedo. Pochi però gli avvistamenti ritenuti attendibili, Da ieri la certezza è che il missile giallo ha terminato la sua fuga. La ricerca dei banditi, invece, continua.

IL BOTTO. Sono le 23.50 di lunedì quando l’operaio edile Valentino Tonello e la moglie, mentre stanno guardando un film nel salotto di casa, sentono alcuni scoppi. Dal terrazzo di casa la coppia vede fiamme e fumo alzarsi dall’argine del Muson, a quasi duecento metri. Tonello chiama immediatamente il 112. Nessuno sa cosa stia bruciando. I carabinieri lo scoprono quando raggiungono via Battagello, una strada sterrata. È l’Audi gialla che tutti stanno cercando. I ladri, poco prima, hanno deciso di disfarsi della macchina, ormai troppo ingombrante e di terminare la loro spregiudicata sfida fatta di corse sul filo dei 280 chilometri orari, di fughe contromano in autostrada e di posti di blocco forzati. Prima di dare fuoco all’innesco hanno cosparso di benzina l’interno dell’abitacolo per cancellare le loro tracce. Poi se ne sono andati, probabilmente a bordo di un’altra automobile.

LA CACCIA CONTINUA. Le indagini partono da un punto fermo: la banda dell’Audi gialla ha la sua base operativa tra la Marca e il Vicentino. I carabinieri ne sono convinti perché diversi sono gli elementi che lo fanno pensare. Il principale riguarda i frequenti passaggi nel Bassanese della macchina rubata in un parcheggio dell’aeroporto di Malpensa il 26 dicembre scorso. Le segnalazioni più attendibili sono sempre arrivate da lì. È, inoltre, in un’area di servizio di San Zenone degli Ezzelini, che la banda si è fermata a fare uno dei rifornimenti. Per tutta la giornata di ieri i militari dell’Arma hanno cercato riscontri investigativi tra i cittadini dell’Est residenti nella zona. Il cerchio si sta stringendo sul basista che potrebbe aver ospitato la banda e aver nascosto l’Audi durante il giorno. Non si esclude che ci sia di mezzo un gruppo di cosiddetti “trasfertisti”: ladri che arrivano dall’Est Europa, trovano rifugio presso connazionali e per un limitato periodo di tempo mettono a segno decine di furti per poi rientrare nel Paese d’origine. Altri investigatori sostengono la possibilità che a salire sull’Audi gialla sia una banda composta da più di tre persone, tra loro intercambiabili. Ma c’è un altro elemento molto importante sul quale i carabinieri contano molto: quel mozzicone di sigaretta.

(Ha collaborato Marco Filippi)

Paolo Mutterle

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