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Il processo

Ex Miteni, controlli Arpav: «Vasche interrate piene di Pfas»

La conferma del legale della Provincia ieri in Corte d’assise. Intanto uno studio di esperti nella zona rossa ha confermato la relazione tra le sostanze perfluoroalchiliche e i livelli di colesterolo, pressione e funzione tiroidea.

«Una rilevante concentrazione di Pfas, sia di quelli “vecchi” a catena lunga, come Pfoa e Pfos, sia di quelli “nuovi” a catena corta, vale a dire C6o4 e GenX». Sono i risultati delle analisi effettuate da Arpav su campioni prelevati dalle vasche collegate a canalette, e nei loro dintorni, venute alla luce recentemente nel corso dei lavori di smantellamento degli impianti della Miteni

Vasche con Pfas

È quanto ha portato ieri a conoscenza della Corte d’Assise l’avvocato Paolo Balzani che tutela la Provincia (parte civile), nel corso del processo che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. La documentazione integra quella già depositata con cui ha chiesto un sopralluogo giudiziario per capire quali fossero la funzione e l’utilizzo di queste condotte e quindi fornire elementi ulteriori per la comprensione dei fenomeni di contaminazione che sono avvenuti nel tempo. La questione è approdata anche in consiglio regionale dove i consiglieri Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon (Pd) hanno presentato un’interrogazione all’assessore all’ambiente per conoscere la natura e la funzione delle vasche rinvenute e i risultati delle analisi: «Durante la fase di smantellamento dell’ex Miteni di Trissino - sottolineano - sono state rinvenute lo scorso 20 gennaio due vasche interrate. Si ipotizza siano strutture realizzate nel 1974 per il deposito degli scarti di liquidi di lavorazione industriale ed il cui contenuto è stato sottoposto alle analisi di Arpav». I due consiglieri di opposizione inoltre rimarcano che «nessuna delle imprese che si occupa dello smantellamento dell’ex Miteni è disposta ad accollarsi i costi dello smaltimento del contenuto delle vasche in oggetto. Chiediamo dunque all’assessore di dirci a carico di chi saranno questi costi e quale sia l’esatto cronoprogramma della caratterizzazione del sito e della sua bonifica».

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Omessa bonifica

Il 15 settembre 2021 la Provincia aveva presentato un esposto in procura a Vicenza contro Mitsubishi Corporation per omessa risposta all’ordine di intervento nel procedimento di bonifica del sito Miteni. Ora le parti civili stanno spingendo affinché la procura intervenga. «Se è in essere un procedimento contro Mitsubishi per omessa bonifica - hanno dichiarato gli avvocato Edoardo Bortolotto e Matteo Ceruti, parti civili per conto delle associazioni ambientaliste e Mamme No pfas al processo in Corte d’assise - valuteremo con i nostri assisti di interloquire con la procura come soggetti danneggiati e quindi costituirci come parte offesa e, in caso di rinvio a giudizio, parte civile».

L’udienza

Ieri è stata sentita Cristina Canova, a capo di un gruppo di ricerca internazionale che nel 2018 si è aggiudicata un bando, emesso dal “Consorzio per la ricerca sanitaria” per conto dall’Area sanità e sociale della Regione per progetti innovativi sui Pfas. Il progetto ha riguardato gli effetti per esposizione a Pfas nell’area rossa collegato al piano di sorveglianza regionale. Il progetto ha indagato l’associazione tra concentrazioni sieriche di Pfas e biomarcatori come colesterolo totale, Hdl, Ldl, funzione tiroidea Ttsa, funzionalità epatica e pressione. Associazione confermata dai dati. Le difese hanno sottolineato trattarsi di uno studio “trasversale”, ovvero che ha fotografato un dato momento, e non “longitudinale”, quindi con più misurazioni nel tempo. Dallo studio è inoltre emerso che la concentrazione di Pfas nel sangue si dimezza dopo 2,5 anni.

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Processo

I tempi potrebbero allungarsi notevolmente. Il presidente Crea con un’ordinanza ha nominato tre nuovi giudici popolari supplenti (due sono stati esonerati). Le difese, sottolineando la mutazione dell’organo giudicante, hanno sollevato eccezione funzionale a interloquire sull’eventuale necessità di rinnovare integralmente l’istruttoria dibattimentale. Gli avvocati presenteranno le istanze entro il 2 marzo. Potrebbe concretizzarsi il rischio di una rinnovazione delle prove testimoniali finora assunte. 

Giorgio Zordan

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