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Zermeghedo

«Cambio vita
a 28 anni e scelgo
di fare il pastore»

Loris Miglioranza, 28 anni, cerca lavoro come  pastore. FOTO M.GUARDA
Loris Miglioranza, 28 anni, cerca lavoro come pastore. FOTO M.GUARDA
Loris Miglioranza, 28 anni, cerca lavoro come  pastore. FOTO M.GUARDA
Loris Miglioranza, 28 anni, cerca lavoro come pastore. FOTO M.GUARDA

ZERMEGHEDO. La felicità può essere davvero un’idea semplice. Come pubblicare un annuncio per cercare un lavoro come pastore, rinunciando ai sogni preconfezionati e alla velocità del tempo. È questa la scelta che ha fatto Loris Miglioranza, 28 anni, di Zermeghedo, un impiego da muratore ormai archiviato, disposto a cambiar vita in modo radicale pur di andare a fare il pastore. O anche semplicemente il suo aiutante per imparare a condurre un gregge, come ha scritto in un annuncio di ricerca di un impiego. Loris non ha una stalla, ne ha, alle spalle, una tradizione familiare legata alla pastorizia.

«Fare il pastore è il mio sogno - spiega -. Mi piace molto stare in un ambiente naturale a contatto con gli animali. E, infatti, prima d’ora ho sempre cercato lavori in cui potevo stare all’aperto. Ho fatto il muratore per anni e la cosa che mi piaceva di più era quella di stare fuori». Una consapevolezza che è maturata grazie anche ad altre esperienze. «Non sono mai riuscito a stare tutta una giornata dentro ad una fabbrica, questo sì che a un incubo per me - racconta Loris -. Non mi interessa, anche se c’è chi dice che è ancora un lavoro sicuro».

Stare a contatto con la natura rinunciando agli agi di un’esistenza comoda ma dai ritmi serrati. Questo è il mantra di Loris Miglioranza. «Ho già lavorato anche gratuitamente in un’azienda agricola che aveva un allevamento. E non mi sono mai trovato bene altrove come là. Che mi piacesse così tanto è stata un vera sorpresa anche per me, ma è così che è andata. Da lì è nata l’idea di cercare un lavoro come pastore».

Quello che per molti potrebbe rappresentare un’occupazione gravosa, per lui è quanto di più desiderabile. «Mi svegliavo alle cinque del mattino per andare in stalla. Iniziavo con la mungitura: c’erano oltre un centinaio di vacche da latte da accudire. Poi davo da mangiare ai vitelli. Nel pomeriggio andavo col titolare nei campi, e si tornava anche alle otto di sera durante l’estate». Loris Miglioranza continua a raccontare: «Avevo tutto il necessario per vivere bene. Una vita semplice e salutare, nessuno stress e soddisfazioni che non si possono nemmeno immaginare. Allora mi sono chiesto: perché non cercare un lavoro nella pastorizia».

Stare all’aperto e spostarsi da pascolo a pascolo con le greggi, per Loris è il meglio. «Adoro questo stile di vita - ammette -. Le pecore le chiamo per nome, mi piace sentire il suono dei loro campanacci. E mi piacciono le ore di attesa da un prato all’altro. Nessun rumore, a parte le pecore che brucano e belano. È una scelta che va fatta con convinzione. Il guadagno non è gran che, dieci anni fa sarebbe stato molto meglio. Ma voglio valorizzare questi animali, dando loro una vita lontana dalle prigioni degli allevamenti e nel contempo offrire alle persone alimenti più sani». Una scelta di vita che per Loris può trasformarsi in una attività economica sostenibile.

Il ventottenne non ha remore. «Si tratta di lavoro fisico che richiede tenacia, costanza, pazienza e spirito di adattamento. Incompatibile con la velocità del consumismo. Io non temo la pioggia perché ho fatto lo scout e stare da solo per diverso tempo non mi spaventa. C’è sempre Internet attraverso il quale si può stare collegati con gli amici e col mondo. E chi mi vuol bene può sempre venirmi a trovare. Oppure c’è un buon libro a tenermi compagnia. I miei autori preferiti sono Mauro Corona e Mario Rigoni Stern. Sono sublimi quando scrivono di montagna».

Matteo Guarda

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