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Torri di Quartesolo

«Non mi ricandido». Il sindaco Marchioro dice addio

Diego Marchioro rinuncia a correre per la quarta volta: «Spero ci sia chi porti avanti quanto di Buono è stato fatto»

Colpo di scena a Torri di Quartesolo. A pochi mesi dalle prossime elezioni comunali, Diego Marchioro, sindaco uscente, ha annunciato che non si ricandiderà. Si defila dunque dalla corsa a primo cittadino uno dei principali protagonisti della politica amministrativa quartesolana degli ultimi decenni: vicesindaco dal 1995 al 2004, quando il primo cittadino era Gastone Valente, e sindaco poi dal 2004 fino al 2014, e dal 2019 fino ad oggi.

Sindaco, perché questa scelta?
Credo sia giusto. Ho fatto un percorso e mi sono sempre impegnato molto. È arrivato il momento che questa importante esperienza possa essere, spero, auspico, raccolta da qualcun altro. Non per mantenerla così com'è, ma perché ha bisogno di essere rinnovata.

Il gruppo di maggioranza come ha preso la sua decisione?
È una decisione condivisa, tranquilla. È stata una scelta accettata.

Ora che lei si è defilato, chi sarà il candidato del gruppo di maggioranza per le prossime elezioni?
Quello lo deciderà e lo comunicherà chi intende proporsi. Mi auguro che ci sia qualcuno che voglia raccogliere il buono di questa esperienza.

In caso di rielezione della sua lista, lei resterà in Consiglio, come assessore o consigliere?
Non mi ricandido come sindaco, serenamente e consapevolmente, ma rimango a disposizione come "soldato semplice". Poi le scelte le farà chi si propone.

L'argomento è di stretta attualità: è favorevole o contrario al terzo mandato consecutivo, per i presidenti di Regione e per i sindaci?
Si rischia sempre di fare dei provvedimenti ad personam, specialmente per quanto riguarda i presidenti di Regione. Mantenere la carica per così tanto tempo ha degli aspetti positivi e negativi. I tre mandati potrebbero essere possibili per i sindaci, ma mi convincono meno per i presidenti di Regione.

Che bilancio può fare di questi 15 anni passati con la fascia tricolore addosso?
Ho fatto il sindaco impegnandomi sempre al massimo e sempre svincolato da interessi particolari. Ho fatto quello che mi era possibile fare per il paese. Devo ringraziare le tantissime persone che nel tempo hanno scelto di fare questo tratto di strada con me.

Qual è stata la sua più grande soddisfazione da sindaco?
Aver dotato il paese di impianti sportivi di un certo livello, come la palestra della ginnastica e il Pala Villanova. E anche il lavoro fatto per la ristrutturazione delle scuole. Poi mi ha dato soddisfazione aver creato un mercato settimanale, che a Torri prima non c'era.

E il momento peggiore?
Sono stati momenti difficili, non solo per il Comune ma per tutta la popolazione, le due alluvioni del 2020 e la pandemia da Covid. I danni e i lockdown sono stati momenti critici, da gestire.

Un rimpianto, invece?
Non essere riuscito a costruire una vera e propria sala polifunzionale di una certa dimensione, in grado di ospitare sia il consiglio comunale che le assemblee pubbliche. Poi c'era il progetto della piscina, che per vari motivi non fu portato avanti.

Com'è cambiata Torri, rispetto al paese che era nel 2004?
Dal punto di vista strutturale sono cambiati sia il centro sia le frazioni. L'identità di Torri invece rimane sempre la stessa: quella di un paese di periferia, con un flusso migratorio importante.

Cosa le mancherà di più del suo ruolo?
Il rapporto con le persone in primis, ma anche quello con i colleghi sindaci grazie al quale ho sempre potuto lavorare con ottimi risultati.

Marco Marini

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